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Festa del papa o fine del patriarcato?


Il tempo passa ma i preconcetti sulla figura del papà tendono a rafforzarsi in nome di un matriarcato imperante, nella indifferenza, più o meno generalizzata, che vede solo la violenza sulle donne e volutamente tace sulla violenza di genere: quando l’uomo è la vittima. C’è una tremenda disparità di trattamento da parte dell’informazione, dei politici e della società sulle violenze subite dai genitori separati da parte della madre dei loro figli. Le associazioni dei separati non hanno la volontà o il coraggio o meglio la forza di imporre, unitamente, una riflessione sulla violenza che l’uomo-padre quotidianamente subisce dalla donna-madre e che, per rispetto dei figli, non denuncia nemmeno quando spesso deve sottoporsi alle cure dei sanitari.

Il papà è la figura centrale nella formazione della personalità dei figli ma le associazioni di genere, con ogni mezzo, cercano di ridicolizzare il suo ruolo di genitore, mettendolo al margine della vita dei figli. I tribunali sono i grandi responsabili delle discriminazioni genitoriali nell’affido dei figli, del dilagare delle baby-gang formate prevalentemente dai figli di separati, della estromissione del padre dalla loro vita e, corresponsabili, delle tantissime morti – suicidi - di genitori di cui tutti tacciono con ipocrite motivazioni. Ogni anno numerosi padri che non gli è permesso di fare il genitore e ridotti in un umiliante stato di povertà, si tolgono la vita con il suicidio o con inspiegabili incidenti (non solo stradali) per non lasciare ai figli un ulteriore cattivo ricordo della loro fugace presenza.

 

I servizi sociali sono al servizio delle lobby sociali e della politica, tutelano quasi esclusivamente la donna e scaricano sui padri tutto il loro ancestrale rancore di genere. Per loro la società va male perché è dominata dal patriarcato e non riescono a comprendere che, come dall’origine della famiglia, predomina il matriarcato, spesso sottile e, molto spesso come avviene oggi, strafottente e indifferente ai reali interessi dei figli. La politica tace perché i figli sono meno importanti degli interessi elettorali garantiti da un servizio che, troppo spesso, di sociale ha ben poco e dalle lobby che vi gravitano attorno e che dalla conflittualità genitoriale, vera o fasulla, ne traggono interessi economici ben consistenti.

Il 19 marzo è la festa del papà e, con l’elevata percentuale di famiglie divise, la rievocazione ha un valore compensativo e per questo moltissimi papà separati non vogliono sentirne parlare. Noi vogliamo parlare dei padri separati costretti a vivere senza la frequentazione dei figli e dei figli privati del sostegno educativo e morale del padre che in una società disorientata nei suoi principi etici ed umani vuol dire abbandono psicologico e morale poiché il condividere i tempi con propri figli è fondamentale e potrebbe aiutare ad eliminare i numerosi danni provocati loro dalla fine della convivenza dei genitori.

Serriamo le file per far valere i principi della legge uguale per tutti come garantito dalla Costituzione e della bigenitorialità e cogenitorialità sancita dalla l. 54 del 2006, ma ancora scarsamente conosciuta da troppi giudici e, purtroppo, dalla quasi totalità degli assistenti sociali, psicologi e dagli onerosi avvocati, spesso in combutta con i tribunali, attraverso strani protocolli.

Serrare le file vuol dire denunciare, con forza e pubblicamente, i soprusi subiti dal 92% dei padre, i danni psicologici provocati nei minori bistrattati dai giudici e dai servizi sociali e, cosa gravissima, ignorati dai nostri amministratori e dai politici in genere. Denunciamo pure, con nome e cognomi, chi non concede spazi informativi per far conoscere ciò che accade negli affidi e nella gestione della genitorialità perché, per loro, i tribunali e i politici sono intoccabili e i servizi sociali sono soccorsi angelici.

La chiesa cattolica è responsabile nei secoli della emarginazione del padre (basti pensare che il culto di S. Giuseppe quale padre putativo di Gesù Cristo è stato generalizzato nel XVI secolo) poiché la donna era ritenuta l’angelo del focolare poiché, in concreto, trasmetteva ai figli, assieme al latte, anche le nozioni religiose. La chiesa dovrebbe prendere una posizione netta sull’assurdo fenomeno della estromissione del padre dai figli, riconoscendo che i padri di oggi sono fortemente impegnati nella crescita dei figli e che, nel farlo, sono quasi sempre anche più idonei della madre.

Ha senso parlare di un patriarcato che non c’è e non denunciare l’imperante matriarcato che distrugge l’equilibrio psico-fisico dei figli?

Auguri padri e difendiamo un diritto alla genitorialità che è, poi, una irrinunciabile missione umana ed etica.

Ubaldo Valentini

 

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