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Le bugie dell’ANM sulla giustizia ingiusta
Ubaldo Valentini *
Non entriamo in merito alla polemica tra una parte della magistratura e il centrodestra sulla divisione delle carriere, ci limitiamo, però, a sottolineare come non si possa ignorare la giustizia ingiusta, che predomina in tanti tribunali italiani per scelte puramente ideologiche di alcuni
magistrati che ritengono la giustizia una convenzione di circostanza. Costoro pur informati che chi amministra la giustizia deve essere imparziale e al di sopra delle parti ma, soprattutto, non può discriminare i cittadini in base alle ideologie di genere predominanti nella società attuale, amministrano il diritto minorile e familiare con molta superficialità, incuranti dei danni socio-psicologici che i minori e il genitore più debole subiscono.
L’A.N.M., nella consueta enfasi autocelebrativa, ribadisce, in ogni sede e in ogni circostanza, che tutta la Magistratura italiana è imparziale ed è garante della Costituzione e della democrazia.
Nulla di più falso.
Troppi giudici e troppi tribunali, di fatto, nelle separazioni e nell’affido dei minori, finiscono per tutelare non tutti i cittadini, come sarebbe loro dovere, ma, principalmente, le agguerrite ed economicamente foraggiate associazioni di genere e i centri antiviolenza, che - ormai è chiaro – spesso, hanno pianificato a favore delle madri anche quelle rivendicazioni che non rientrano nel codice rosso e nelle variegate manifestazioni delle violenze in famiglia.
Il diritto di famiglia e minorile, per troppi giudici, non esistono e la giustizia si trasforma in una insopportabile ed intollerabile giustizia ingiusta, così come denunciava in un cartello il prof. Antonio Sonatore, che, il giorno di Pasqua del 1996, 7 aprile, si è dato fuoco dinnanzi al tribunale di Aosta, sopraffatto da una giustizia non rispettosa dei drammi di tanti genitori separati privati dei figli.
I procedimenti giudiziari per l’affido dei minori, le separazioni e i divorzi raramente sono rispettosi dei minori e dei loro genitori e, nelle scelte dei giudici, predominano convinzioni ed interessi che nulla hanno a che vedere con la vera giustizia. I padri vengono estromessi dalla vita dei figli con molta facilità e attorno ai minori con genitori non più conviventi si è creato un business economico su cui va indagato con fretta, rimuovendo tutti quei giudici che, di fatto, ignorano il reale superiore interessi dei minori e i diritti inalienabili dei minori stessi e dei loro genitori.
La magistratura - è doveroso denunciarlo – cerca di aggirare le leggi vigenti per favorire sempre la madre e il collocamento privilegiato della prole presso di lei, come avveniva prima della legge n. 54/2006. Il protocollo per le spese straordinarie, stipulato tra il tribunale e l’ordine forense locale, è una loro invenzione introdotta, con possibile “combutta” con gli avvocati, nella speranza che lo si rispetti e lo si applichi come se fosse una legge - ma la leggi le fanno il Parlamento e non i giudici con gli avvocati - è, spesso, contraddittorio con le stesse leggi vigenti, poiché considera alcune spese ordinarie, coperte dall’assegno di mantenimento, come spese straordinarie, disconoscendo, pure, il sempre doveroso diritto al consenso preventivo su ogni spesa pretesa da parte del genitore non collocatario.
Non parliamo, poi, delle sezioni Famiglia improvvisate in molti tribunali per gestire il delicato settore degli affidi, spesso delegati, abusivamente e senza regole, ai servizi sociali. Dovrebbe essere, questo, un settore altamente specializzato, considerata la delicata materia dei minori e dei loro genitori, ma, in realtà, è un rifugio per tutti coloro che ritengono più agevole amministrare la giustizia minorile e della famiglia e, spesso, proprio quei giudici non campioni di imparzialità vanno a ricoprire gli incarichi nella sezione speciale. Per fortuna esistono molti giudici - troppo pochi, purtroppo - che amministrano la giustizia con competenza e con obiettività, considerando ogni cittadino portatore di valori e di diritti, senza discriminazioni di genere.
Le varie correnti della magistratura ben conoscono i disastri giudiziari che avvengono in tanti tribunali italiani per mancanza di competenza giuridica, controlli e per una tacita accondiscendenza a prassi che nulla hanno a che vedere con la giustizia uguale per tutti, cioè con la giustizia giusta.
Il problema della gestione della giustizia esiste e diviene sempre più intollerabile la presenza nei tribunali di giudici superficiali o pressapochisti, impreparati, che, spesso, appaiono anche vagabondi e non rispettosi della giustizia equa, che garantisca, negli affidi, pari opportunità genitoriali, con il pieno rispetto della bigenitorialità e della cogenitorialità. Proprio a causa di questi giudici, in Italia, molti genitori, estromessi dalla vita dei propri figli ridotti, per decisioni inique del giudice, anche nella umiliante, punitiva e discriminante miseria, si tolgono la vita. Sono tanti, ma nessuno ne parla.
Nessuno parla dei minori resi orfani dalla giustizia ingiusta.
C’è da chiedersi se questi giudici garantiscano le pari opportunità genitoriali e possano autocelebrarsi come tutori della democrazia quando sono espressione di una cultura lobbystica che si culla sulla giustizia ingiusta e sulla dotta ignoranza giuridica.
Le lobby dei magistrati, proprio nel rispetto dei colleghi attenti ai cittadini e rispettosi del diritto vigente, prima di esaltare la magistratura, dovrebbero far chiarezza nel proprio mondo e denunciare gli abusi di troppo zelo nel disattendere l’applicazione della giustizia. Anche i giudici sbagliano, ma, quando lo fanno, non ne rispondono personalmente sia civilmente che penalmente e non si può difendere ad ogni costo una categoria che dovrebbe essere meglio disciplinata e monitorata per combattere la giustizia ingiusta, sollevando, immediatamente, dall’incarico chi non applica la legge ed escluderlo dalla progressione di carriera. E’ questione di giustizia, ma non di stile e, tantomeno, di tutela di una corporazione notoriamente priva del consenso della maggioranza dei cittadini.
Il consenso non si ha quando le bugie sono state sperimentate dai cittadini sulla propria pelle.
* presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori, tl. +39 347 6504095