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La beffa del bonus urgente covid per i separati
Il bonus per i separati in difficoltà economica (con un reddito dell’anno precedente non superiore agli €. 8.000 euro) a causa del Covid di 800 euro mensili per un solo anno - previsto con il decreto Sostegni del 2021 per venire incontro a chi non aveva ricevuto o riceveva dall’altro genitore l’assegno di mantenimento per i figli a causa delle difficoltà economiche causate dal Covid – aveva la durata di un anno ed era riservato al genitore separato o divorziato in difficoltà economica che non poteva versare regolarmente l’assegno di mantenimento all’altro genitore, ora, dopo 4 anni,
verrà erogato dall’Inps a chi ha già fatto la domanda entro il 31 marzo (prorogata al 2 aprile) 2024. L’Inps ha comunicato che i fondi previsti solo ora sono stati sbloccati e che nei prossimi mesi, agli aventi diritto, arriverà la somma di spettanza che, al massimo, non potrà superare i 9.600 euro.
Il decreto doveva essere una risposta immediata alle reali difficoltà del genitore obbligato, spesso rimasto senza lavoro, e di quello collocatario dei figli ma, per le consuete difficoltà interpretative del decreto, il ritardo nell’accettazione delle domande e la genericità del decreto stesso i tempi si sono allungati e le domande per l’accesso al bonus sono slittate a tre anni dopo la sua emanazione.
Il decreto era troppo vago e di difficile applicazione, non erano contemplate le coppie di fatto, e c’erano, come sempre, troppi cavilli tecnici. I legislatori se ne erano accorti da subito tanto che fu modificato e riscritto per essere riapprovato di nuovo alla fine del 2021. L’Inps, per gestire le somme previste, aveva necessità del decreto attuativo che arriverà solo dopo un altro anno, a fine 2022. Ulteriori difficoltà sono sorte nella verifica del reddito del richiedente e dei requisiti di accesso al bonus, cioè la valutazione del reale stato di bisogno sia del beneficiario che del genitore inadempiente nel versare l’assegno di mantenimento.
I requisiti richiesti per beneficiare del bonus erano e sono i seguenti: essere genitori separati o divorziati in stato di bisogno economico; non aver ricevuto, in tutto o in parte, l’assegno di mantenimento a causa dell’inadempienza dell’altro genitore; avere un reddito annuo non superiore a 8.174 euro; aver convissuto con figli minori oppure maggiorenni con disabilità grave nel periodo dell’emergenza sanitaria; dimostrare che l’ex coniuge o ex convivente ha perso il lavoro, subito una riduzione dell’attività o una sospensione di almeno 90 giorni dall’8 marzo 2020. Il bonus doveva essere un contributo in soccorso dei genitori non più conviventi che, per i figli, non ricevevano l’assegno di mantenimento dall’altro genitore a causa della pandemia Covid.
In realtà, l’emergenza del momento è solo un ricordo e l’aiuto c.d. urgente non c’è stato per i furbetti che volevano specularci sopra ma anche per coloro che erano veramente in difficoltà e ciò è accaduto per la genericità e la confusione interpretativa del provvedimento che favorisce solo i furbetti e gli speculatori. I fondi sono solo ora disponibili. Chi aveva fatto la richiesta entro il 31 marzo del 2024 deve solo aspettare che gli arrivi, in un’unica soluzione, l’assegno dell’Inps, il cui valore massimo sarà di €. 9.600 per chi ne avrà diritto. Se il governo rifinanzierà l’intervento, verranno riaperte le iscrizioni online sul sito dell’Inps. Ma le probabilità sono quasi inesistenti.
I separati che si sono trovati in difficoltà, durante il covid, per provvedere ai figli per il venir meno dell’assegno di mantenimento dell’altro genitore non possono che sentirsi presi in giro ed essere arrabbiati poiché i figli, per mangiare e crescere, non possono aspettare quattro anni e se l’intervento era urgente doveva essere chiaro, inequivocabile, e non doveva prestarsi alle obiezioni sulla sua applicabilità e doveva essere immediatamente finanziato. Il termine urgente, altrimenti, era solo un espediente elettoralistico, sapendo che, di fatto, le casse erano vuote. Una presa in giro della politica – e non è l’unica e nemmeno sarà l’ultima - che non si ferma nemmeno dinnanzi ai minori.
Una società matura risparmia l’umiliazione a chi ha reali difficoltà economiche per il susseguirsi degli eventi e non per una subdola strategia elettoralistica. I furbetti, però, ci sono anche tra i genitori non più conviventi che mistificano (falsificano) tutto per speculare, economicamente e non solo, sui finanziamenti pubblici. Tutto ciò la società non lo deve permettere e deve smascherare a chiare lettere chi, per le somme non dovute, ruba il pane ad altri minori realmente meno fortunati.
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