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AOSTA
7 aprile: l’orgoglio dei padri
nel nome di Antonio Sonatore
Lunedì 7 aprile ricorre il 29° anniversario del gesto di disperata contestazione della giustizia ingiusta, compiuto dal maestro Antonio Sonatore, che, nel giorno di Pasqua del 1996, si è dato fuoco dinnanzi al Tribunale di Aosta per affermare l’inalienabile diritto dei figli ad avere un padre e di un padre a poter fare il padre. Sonatore voleva fare il padre, ma, per circostanze non del tutto comprensibili e chiare, su cui ancora è opportuno riaprire un dibattito, gli era stato vietato,
nell’indifferenza delle istituzioni, tutte, che si ritenevano autorizzate a disconoscere le proteste di questo amato insegnante, che portava avanti una didattica innovativa, di cui, ancora oggi, i suoi allievi ne parlano.
Non era un esaltato – e tantomeno un pazzo – come qualcuno sosteneva, ma un padre che voleva fare il padre. Voler fare il padre non è un reato, ma solo l’esercizio di un suo diritto, che deve essere permesso anche nelle complesse vicende che si sono susseguite alla separazione e alla sua richiesta di poter essere padre a tempo pieno.
La disperazione di questo genitore era ben evidente a tutti, soprattutto ai congiunti, poiché non è stato ascoltato da chi avrebbe dovuto tutelare la bi-genitorialità e la sua pubblica protesta non doveva passare inosservata o etichettata come un gesto indegno per un padre e per un docente. Voleva fare il padre, ma la società valdostana, tra istituzioni, interessi di parte e superficialità nel valutare i diritti dei genitori, anche quando non sono più conviventi, non sono stati in grado di comprendere o valutare seriamente la portata della sua giusta rivendicazione di essere padre. I padri, allora, come, purtroppo, ancora oggi, non contano nulla e sono solo dei bancomat al servizio della madre dei propri figli. Il resto non conta.
Ma non era e non è così, poiché le istituzioni pubbliche devono garantire l’esercizio della genitorialità ad ambedue i genitori, mettendo in atto, se veramente necessario, le iniziative consone non a sospendere o revocare la responsabilità genitoriale ad un genitore, ma, piuttosto, ad aiutare i due genitori ad essere tali, secondo natura. I sentimenti del genitore escluso dai figli non possono essere ignorati o sottovalutati, poiché si è genitori sempre, anche quando non tutti condividono, per motivi vari e discutibili, le pressanti richieste di un padre penalizzato da consuetudini che non sempre sono diritti.
Antonio Sonatore è diventato un simbolo internazionale del genitore estromesso dalla vita dei figli e il 7 aprile (giorno del suo gesto) è il giorno della memoria di tutti i padri estromessi dai loro figli. Lunedì pomeriggio ci sarà un flash mob dinnanzi al tribunale di Aosta in sua memoria. Il suo gesto resta non condivisibile, ma, però, è espressione di una disperazione, che, in ogni caso, potrebbe essere prevenuta.
Ubaldo Valentini