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Occhio alle relazioni infedeli dei servizi sociali!
Dispiace ripetere inutilmente da decenni che la maggior parte delle relazioni che i servizi sociali valdostani rimettono (in media, ogni sei mesi) al giudice, che deve provvedere e controllare l’affido dei minori, quando i genitori non sono più conviventi, non aiutano affatto il magistrato a prendere decisioni eque e corrispondenti alla situazione di fatto vissuta dai minori. Sono, purtroppo,
relazioni infedeli e discriminatorie quasi sempre e solo del genitore di sesso maschile, perchè non riportano la reale situazione familiare dei minori e, purtroppo, negano al genitore non collocatario di far giungere al giudice le sue preoccupazioni sulla gestione, quasi sempre materna, incontrollata dei figli.
A questo va aggiunta una allegra prassi dell’assistente sociale deviata, che, in nome della tutela dei minori, esprime valutazioni del tutto tendenziose e settarie, che negano l’oggettività di quanto riferito al tribunale, dipingendo il genitore non collocatario come uno non collaborativo col servizio sociale, artefice della conflittualità genitoriale e le sue giuste rivendicazioni a tutela dei diritti dei propri figli e suoi vengono considerati atti vendicativi nei confronti dell’altro genitore, che, a dire dei solerti professionisti, è sempre una persona attenta e collaborativa per il supremo interesse dei minori, ovviamente senza nessuna plausibile prova a sostegno dei loro pregiudizi verso il padre.
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