Attualità
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I centri estivi non sono una spesa straordinaria


avv. Francesco Valentini*

Ogni anno, in questo periodo, il tema di chi debba pagare i centri estivi, campus e oratori per i figli che restano a casa nel periodo estivo costituisce occasione di discussioni tra i genitori non più conviventi. Il genitore collocatario pretende che la quota di iscrizione sia ripartita al 50% tra i due genitori, ritenendola una spesa straordinaria che rientrerebbe nelle spese ludiche e sportive o, per altri, tra quelle socio-culturali. Anche se i protocolli dei tribunali concordano nel considerarle spese straordinarie, alcuni, però, prevedono l’obbligatorio preventivo consenso dei genitori.

Le varie versioni dei protocolli sulle spese straordinarie, formulati e sottoscritti da magistrati ed avvocati del foro locale, con la incomprensibile esclusione dei genitori, cioè degli unici titolati a decidere sui propri figli, formulano indicazioni divergenti tra loro, talvolta anche in contrasto con il diritto e con la giurisprudenza. Questi protocolli hanno un valore solo indicativo, ma non vincolante, poiché la determinazione delle spese straordinarie, si fa caso per caso e spetta al giudice, che deve tener conto delle disponibilità economiche reali dei genitori, soprattutto di quello che paga anche l’assegno di mantenimento dei figli. I protocolli non sono vincolanti, perché ai giudici compete applicare la legge e non legiferare e gli avvocati sono procuratori che rappresentano i genitori e non possono sostituirli nemmeno nella stesura e firma di questo inopportuno documento.

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Bibbiano:


Bimbo di 10 anni ancora presso la famiglia adottiva


Avvocato Miraglia: “Non è vero che tutti i bambini sono tornati nelle loro case d’origine”

Bibbiano è ben lungi dall’essere un capitolo chiuso e non è vero che tutti i bambini forzatamente allontanati dai genitori sono ritornati in seno alle famiglie d’origine. Prova ne è il caso di un bimbo che ora ha 10 anni e che da otto si trova in affidamento presso una famiglia, la quale deve avergli fatto un lavaggio del cervello tale che il piccolo, che finalmente poteva rivedere i genitori su concessione del giudice, adesso improvvisamente si rifiuta di incontrarli.

Guarda caso un rifiuto manifestato all’indomani del provvedimento con il quale il Tribunale per i minorenni di Bologna aveva stabilito una maggiore frequenza e durata degli incontri con i genitori naturali. «È vergognoso quello che è accaduto e che sta ancora accadendo attorno ai casi dello scandalo “Bibbiano”» dichiara l’avvocato Miraglia, al quale i genitori si sono affidati. «Sono otto anni che questo bambino è vissuto lontano dai genitori soltanto perché avevano una temporanea difficoltà economica: decisione assunta da un’assistente sociale risultata coinvolta nell’indagine “Angeli e demoni”.

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