Attualità
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Referendum sulla Giustizia


I separati, domenica, devono andare a votare

per avere giudici più competenti e più sensibili


Nostra intervista sui 5 referendum sulla giustizia all’avv. Francesco Miraglia (autore del volume: “L’avvocato dei bambini”, Armando editore) che da anni conduce una battaglia a difesa dei minori e del genitore più debole e denuncia continuamente il funzionamento dei tribunali e dei servizi sociali italiani.

I cinque referendum sulla Giustizia possono aiutare a cambiare la malagiustizia esistente in molti tribunali italiani nell’affido dei figli? In che modo?

Sicuramente, secondo il mio punto di vista, il referendum, soprattutto quello sulla distinzione delle carriere, sarebbe importante alla luce di quanto succede nelle democrazie più evolute dei Paesi Anglosassoni, dove solo il giudice deve essere indipendente e autonomo mentre il Pubblico ministero non è altro che un funzionario dello Stato. Fino al momento in cui ci sarà un CSM, come quello oggi vigente, che, di fatto, decide le carriere e i cui vari componenti sono eletti attraverso le varie correnti (Palamara docet!), non si avrà mai una giustizia autonoma ed indipendente. Per quanto riguarda invece, nello specifico, il diritto minorile, penso che non abbiamo bisogno di grosse riforme ma abbiamo bisogno di giudici più competenti e più sensibili, vista la materia.

Abbiamo bisogno che vengano completamente combattuti i conflitti di interessi, che spesso e volentieri vedono protagonisti i giudici onorari e soprattutto imporre il rendiconto dei soldi che si spendono nella gestione delle case famiglia, nelle consulenze e nel mantenere in piedi questo sistema.

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Riceviamo e pubblichiamo

Ancona: Tribunale per i Minorenni


Un undicenne solo ora potrà rivedere

la madre per colpa dei servizi sociali



Tre anni fa gli aveva inviato un regalo di Natale, mai consegnato dai Servizi sociali.

Ci sono voluti anni di battaglie legali, la tenacia di una mamma di Macerata e la caparbietà del legale per far sì che il Tribunale per i Minorenni di Ancona decidesse di far riavvicinare un ragazzino, oggi undicenne, alla sua mamma biologica. Non la vede da anni, perché nessuno da quando era piccolino si è impegnato per far sì che rivedesse la sua mamma e tornasse a casa da lei. Vive da anni con una coppia di genitori affidatari, che sono ormai la sua famiglia ed è come se qualcuno avesse voluto cancellargli la memoria, affinché si abituasse prima e meglio alla nuova famiglia.

Tre anni fa, la madre aveva provato a consegnargli un pacco contenente vestiti e giocattoli per Natale: al bambino quel pacco non è mai arrivato, perché i Servizi sociali non glielo hanno consegnato, rispedendolo al mittente. «A questo punto, oltre la soddisfazione per questo primo passo, ci domandiamo se si tratti di un affidamento lecito o meno, dichiara l’avvocato Miraglia, a fianco della madre nella lotta per rivedere il figlio. Non possiamo che essere contenti del fatto che il Tribunale per i Minorenni di Ancona alla fine abbia accolto le nostre istanze e abbia stabilito la ripresa degli incontri tra madre e figlio, con un supporto psicologico per il minore.

 

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