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Il bonus genitori separati


C’è tempo fino al 31 marzo per presentare la domanda per il bonus genitori separati, contributo introdotto con il “Decreto Sostegni” per aiutare i genitori che, durante la pandemia del Covid, non avevano potuto assolvere al mantenimento dei figli a carico per gravi difficoltà economiche, a seguito della perdita o diminuzione del lavoro. La riduzione di reddito dell’obbligato deve essere inferiore almeno del 30% rispetto al 2019 oppure si deve essere ritrovato senza lavoro per un minimo di 90 giorni.

Ne possono beneficiare solo i genitori non più conviventi, collocatari o affidatari dei figli, che non hanno ricevuto l’assegno di mantenimento dei figli (minorenni o maggiorenni con gravi disabilità) dall’altro genitore durante il periodo della pandemia, dall’8 marzo 2020 al 31 marzo 2022. I genitori richiedenti devono vivere da soli con i figli e il loro reddito complessivo non deve superare gli 8.174 annui. I redditi devono essere quelli relativi alla pandemia, ma non quelli attuali.

Alla domanda vanno allegate le documentazioni attestanti il diritto all’assegno di mantenimento e la documentazione della disabilità degli eventuali figli maggiorenni conviventi e, in specifico, ci ricorda l’Inps “La procedura per la domanda di accesso al contributo del Fondo è stata dettagliata con il messaggio 614 del 9 febbraio 2024”.

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Esiste solo un matriarcato di altri tempi!


 

Le ignobili accuse delle c.d. faccendiere da urlo verso l’uomo in quanto uomo che eserciterebbe il patriarcato per annientare la donna sono una vera e propria bufala sbandierata da coloro che sono insoddisfatte della vita e vogliono distruggere, forse per ragioni ignote pure a loro, il principio della diversificazione dei ruoli tra uomo e donna nella famiglia e nella società. E’ ignobile la campagna contro l’uomo, che sarebbe, a loro dire, artefice di un opprimente patriarcato, ed ancora più ignobile è sfruttare i casi di repellenti femminicidi, inaccettabili, ma da inquadrare in un contesto di false relazioni affettive e di rapporti sociali annullati da internet e, in particolare, dalle chat, che generano, in concreto, solo solitudine e incomunicabilità, per rivendicare una libertà che sarebbe stata soppressa per secoli e millenni dalla volontà del maschio prevaricatore.

Le ragioni delle false accuse di queste sirene, che, spesso, nulla hanno a che vedere con chi veramente lotta contro i maltrattamenti subiti dalla donna, ma, forse di più, dall’uomo, sono da ricercarsi nei generosi contributi economici, abbondanti e incontrollati, non essendo obbligatorio il rendiconto di questi soldi pubblici (controllo non voluto dai partiti che vivono alla giornata), cioè soldi dei cittadini che pagano le tasse e, spesso, hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

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