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L’Aquila
Prepara una minore a un’udienza
e poi discute il caso come giudice
Un uomo è sotto processo per presunte molestie nei confronti della figlia maggiore, la quale è stata affidata a una comunità mentre i due fratellini minori vivono in altre due case diverse: il più piccolo da quando è nato non ha mai visto il padre, perché a questi genitori viene impedito di vedere i bambini da due anni.
A dare credito alla ragazzina è la psicologa che però, oltre a seguirla come paziente in terapia, l’ha preparata per l’udienza in Tribunale Penale ed ha persino fatto parte del Collegio Giudicante al Tribunale dei Minorenni de L’Aquila dove la famiglia vive.
“Siamo di fronte a una svista clamorosa o a un vero e proprio caso di mala giustizia?” si chiede l’avv. Francesco Miraglia, difensore dei genitori. La ragazzina, molto fragile, un paio d’anni fa avrebbe riferito di essere stata molestata dal padre, un giorno in cui la madre era assente, in verità cambiando spesso versione sulla vicenda. È emerso poi che erano state le amichette a convincerla (lei è molto influenzabile) ad accusare il genitore, come ripicca per non aver ricevuto il telefono cellulare richiesto e desiderato.
La giovane è stata allontanata subito da casa e affidata a una comunità, così come i due fratellini minori, visto che il padre è stato rinviato a giudizio e la madre indagata per favoreggiamento. Il caso è approdato in Tribunale per i Minorenni che addirittura dispone l’apertura dello stato di abbandono dei minori senza che ancora nessuna colpevolezza sia stata riconosciuta in capo ai genitori. Ad ogni modo il Tribunale per i Minorenni, basandosi di fatto sulle semplici dichiarazioni di questa ragazzina, ha disposto “l’eliminazione“ dei genitori: la ragazzina è stata destinata a vivere presso una famiglia affidataria, un fratello è stato affidato al nonno materno, l’altro ai nonni paterni. Familiari dei minori che abitano persino in regioni diverse. «Come se tutto ciò non fosse abbastanza grave – afferma l’avvocato Miraglia – emerge che la decisione del Tribunale per i Minorenni si poggi su un vizio di forma gravissimo: uno dei magistrati che hanno sentenziato era nientemeno la psicoterapeuta che segue professionalmente la ragazzina e che, tra l’altro, l’aveva pure preparata ad affrontare l’udienza nella quale era stata sentita nel corso dell’incidente probatorio. La psicologa avrebbe preso parte infine al collegio giudicante in qualità di giudice onorario: circostanza di una gravità inaudita».
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