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Salerno Una madre usa il proprio corpo come scudo per salvare il figlio dalla furia omicida del padre
Rischia la vita per salvare il proprio figlio
ma i servizi sociali le tolgono il bambino
I fatti risalgono al 20 Giugno 2020, quando a Salerno un padre 34enne tenta di uccidere il proprio figlio di appena 7 anni, prima tentando di strangolarlo e dopo colpendolo al collo con dei forbiccioni tagliaerba.
Provvidenziale l’intervento di mamma Arianna (nome di fantasia), che accorgendosi dell’accaduto, usa il suo corpo per fare da scudo fra Luca (nome di fantasia del bambino) ed il padre omicida, salvandogli la vita, e scongiurando così la tragedia.
Mamma e figlio vengono immediatamente ricoverati, oltre allo stato di forte shock, vengono sottoposti a cure mediche per le ferite riportate.
Dai controlli medici, avvenuti subito dopo l’aggressione, Luca, oltre a riportare profonde ferite al collo, presenta dei lividi, che fanno presagire, il tentativo di strangolamento adoperato dal padre, ciò nonostante il bambino riesce a cavarsela con 6/7 giorni di prognosi. Senza mamma Arianna, Luca sarebbe morto ammazzato dal padre.
Il gesto del padre omicida sarebbe scaturito senza un apparente motivo, ma si presuppone che ci sia stata premeditazione, poiché l’arma utilizzata, forbici tagliaerba, l’omicida soleva tenerli fuori da casa per lavori agricoli amatoriali.
Mamma Arianna ha usato il proprio corpo per evitare che il padre colpisse il suo bambino, salvandogli la vita e, ciò nonostante, invece di essere aiutata, le è stato tolto il figlio, che si trova già da tempo presso una casa famiglia, sita nel territorio Salernitano, e la madre non può né parlare né vedere il proprio figlio. C’è da chiedersi: ma la giustizia che fine ha fatto? perché si agisce così nei confronti di una madre, facendole subire un ennesimo calvario, anche istituzionale?
Per questo motivo mamma Arianna si è rivolta allo Studio Legale Miraglia che, da anni, lotta contro il sistema degli affidamenti illeciti.
L’avvocato Miraglia, esprimendosi in merito, aggiunge: “questa vicenda ha dell'incredibile, questo bambino è stato dichiarato adottabile per il solo fatto che la sua mamma lo ha difeso?”
Continua l’avvocato Miraglia: “Ci rivolgeremo non solo alla Corte d’Appello affinché venga revocato lo stato di adattabilità, ma interpelleremo anche il Presidente della Regione De Luca, per capire come viene gestita questa casa famiglia, che di fatto ha messo alla porta la mia assistita, determinando la decisione del tribunale”.
Dopo l’aggressione omicida subita dal padre, alla madre e bambino nessuno li ha mai supportati adeguatamente, nessuno si è preoccupato di loro. Il padre omicida, attualmente, sta scontando una pena detentiva in carcere. A Luca, precedentemente al tragico accaduto, era stato diagnosticato un disturbo dello sviluppo neurologico e la commissione Asl gli aveva riconosciuto le tutele della legge 104.
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