Attualità
PDF Stampa E-mail

Eppure Giuseppe accolse la notizia

in nome dello Spirito Santo …


Il nostro dubbio è: “come fa la giustizia a guardare negli occhi i propri figli quando si è resa responsabile di tenere separati padri e figli, in questo periodo difeste?

La famiglia,è il grido di allarme del papà; i bambini sono il futuro della società, insiste il Presidente della Repubblica; Draghi, parlamentari e governatori regionali, trovano buoni propositi,(conoltre 700 bonus), per tranquillizzare i cittadini, stanchi, arrabbiati e litigiosi nelle piazze, lungo i corsi delle luccicanti città, davanti alle ricche vetrine, nei posti di lavoro e nei luoghi di svago.

“Restiamo uniti, perché uniti ce la possiamo fare”, questo è il messaggio che corre attraverso il web, messaggio checompare sullo schermo, appena accendi il cellulare. Speranza e Paura sono i segni di una società che ha perduto la prospettiva del proprio futuro. Nel clima frastornato dalla confusione istituzionale, giustizia e Servizi sociali, proprio in questo periodo, tra vaccini, no vax e green passriescono a trovare il tempo di studiare come“ostacolare i rapporti Padre-Figlio”.

Una famiglia è tutto, lo dice la Costituzione e qualsiasi cultura di civiltà umana. Siamo contrari ai simboli colorati, delle scarpe e delle panchine, specialmente quando si propongono come segni di differenziazione, perché i colori non sono di genere, sono colori dell’Uomo nella sua concezione umana. Sono, purtroppo, sempre i padri ad essere allontanati dai propri figli. Sono eccezioni invece i casi di allontanamento di una madre. Si contano con “il lanternino”.

Auguri e buone feste risuonano nel mondo del web, sulle pagine dei migliori quotidiani e della stampa a colori.Eppure in questo mondo festoso e colorato, lungo le strade del GRANDE PAESE vi sono PADRI che vivono in condizioni di ospitalità, abbandonata, disumana, alcuni costretti in auto di fortuna, VERGOGNA ESPOSIZIONE DI UNA SOCIETA’ che si dichiara civile, patria della migliore Costituzione del Mondo e CULLA della civiltà del diritto.

Leggi tutto...
 
PDF Stampa E-mail

In Umbria


Servizi sociali e case di accoglienza:

la politica non vede e non controlla!


Ancora una pagina nera sui servizi sociali e sulle case di accoglienza per madri e figli umbri (di Orvieto e Terni per l’esattezza), che, invece di tutelare il minore e il padre, hanno penalizzato ambedue. Un padre ha un figlio da una compagna caraibica convivente e dalla stessa querelato, anche presso i servizi sociali orvietani, per maltrattamenti del compagno su di lei e sul figlio di pochi anni. Gli assistenti diventano subito “partigiani” della donna e, senza minimamente fare accertamenti sui suoi trascorsi/precedenti penali e precedenti a rilevanza penale, l’accolgono in una struttura protetta di Orvieto per poi trasferirla, con il figlio, presso il centro antiviolenza di Terni, Liberetutte, gestita dall’Associazione Libera…mente donna (con sede a Terni), dove vi resteranno per tanti mesi.

Il padre, rientrando a casa dal lavoro, vi trova la compagna (che, poco dopo, chiama i carabinieri e si fa portare via unitamente al minore) e il figlio, a cui era particolarmente legato. Inutili le ricerche e le azioni giudiziali per conoscere dove si trovassero, temendo che fosse portato al paese di origine della signora. Dalle misteriose frasi degli assistenti sociali intuisce che il figlio era stato “sequestrato” e collocato con la madre in una struttura di accoglienza per proteggerlo dai maltrattamenti paterni, il cui indirizzo non poteva essere rivelato durante le indagini preliminari e gli accertamenti vari, come prevede la legge, preoccupati di tutelare il minore e sua madre dai maltrattamenti paterni, dopo esser stato dipinto come un “mostro”, figura molto cara ai centri antiviolenza e ai politici che proteggono queste strutture. Maltrattamenti mai avvenuti, ma le proteste paterne per un approfondito accertamento sulle accuse della ex compagna restano inascoltate.

L’impotente genitore, dopo alcuni mesi che non riusciva a rivedere il figlio, si rivolge all’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps), che, in breve tempo, ponendo in essere le dovute azioni giudiziali, riesce a scoprire dove si trovasse il figlio anche grazie all’ assistenza di un legale convenzionato, avv. Francesco Valentini, che inizia e porta avanti tutto l’iter per far riottenere l’affido congiunto ed il diritto di visita del figlio al padre. Si scoprono le varie condanne penali della madre – che non potevano non essere note ai giudici e ai servizi sociali. Dopo mesi di battaglie giudiziarie, il padre riesce a rivedere il figlio in modalità protetta sotto la arrogante e pressapochista sorveglianza degli operatori della comunità.

Siamo in presenza di una vera e propria sottrazione di persona incapace da parte della madre? Il tutto con la ovvia protezione dei servizi incaricati.

Da subito emergono problemi sulla gestione della comunità, dove i dovuti controlli pubblici erano e, forse, sono ancora inesistenti. La madre, durante il giorno, andava addirittura a lavorare in nero con la copertura della casa famiglia. Interviene la stampa, ma nessuno cerca di vederci chiaro. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni assolve il padre perché “… non sussistono pertanto elementi per … sostenere l’accusa in giudizio”. Nonostante ciò, passeranno altri mesi prima che il minore esca dalla comunità, che, ogni mese, percepiva svariate migliaia di euro dagli enti locali per ospitare madre e figlio.

La madre, per la quale il figlio era un peso, lo lascia al padre per la maggior parte del tempo. Il padre, per non rompere i legami madre-figlio, accoglie nuovamente la signora a casa sua. Dopo poco tempo, però, la stessa riprende ad ubriacarsi e ad aggredire verbalmente e fisicamente il disponibile genitore. Durante una sua violenta aggressione al padre, presente il figlio, vengono chiamati i Carabinieri e la signora aggredisce pure loro, con la conseguenza che viene anche denunciata per minaccia di morte e per resistenza a pubblico ufficiale (dal fascicolo delle indagini preliminari emergerà anche che la famiglia – amica dell’ex compagno – presso la quale faceva la badante ha querelato, nello stesso periodo, la stessa per furto della carta di credito). A ciò si aggiunga anche la querela dell’ex compagno per maltrattamenti ai danni suoi e del figlio, come era già accaduto a decorrere dal lontano 2014/2015.

Leggi tutto...
 
<< Inizio < Prec. 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 Succ. > Fine >>

Pagina 79 di 201

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di più.

EU Cookie Directive Module Information