Attualità
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Bonus fino a € 800 ai separati in crisi economica

per garantire l’assegno di mantenimento ai figli

 

avv. Francesco Valentini *

Tutti i genitori obbligati a mantenere i figli minori o maggiorenni diversamente abili che, a causa del Covid-19, si trovano in difficoltà economica ad erogare per intero l’assegno di mantenimento per i figli, come disposto nella sentenza di separazione, divorzio e/o affido, possono accedere al “bonus”, così come dispone l’art. 9 bis del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2022 (un emendamento che recupera l’art. 12-bis del d.l. 41/2021, il c.d. decreto sostegni), già approvato dal Senato ed ora in discussione alla Camera, che dovrà essere convertito in legge, pena la decadenza, entro il prossimo 21 maggio.

Le difficoltà lavorative del genitore obbligato – quasi sempre il padre, che ha «cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa» a causa della pandemia, con la conseguente drastica riduzione del reddito – devono essere imputabili alla cessazione, riduzione o sospensione della propria attività lavorativa per almeno 90 giorni e con la riduzione di almeno il 30% del proprio reddito rispetto a quello del 2019 a partire dall’8 marzo 2020.

Ancora non si conosce il numero delle mensilità del bonus a cui il genitore obbligato avrà diritto e si dovrà attendere il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che sarà emanato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto fiscale che lo prevede, su proposta dei Ministeri competenti, cioè il ministero per le pari opportunità e la famiglia, quello dell'Economia nonché quello delle Finanze e della Giustizia.

Lo stesso DPCM delineerà le modalità di verifica dei presupposti per l’accesso al bonus (per il 2021 sono previsti 10 milioni di euro) e di erogazione dei contributi.

Il bonus potrà arrivare, in base al reddito del genitore obbligato, ad un massimo di €. 800,00 al mese e sarà destinato esclusivamente al pagamento in parte o in toto dell’assegno di mantenimento per i figli, già stabilito dal tribunale, e non potrà essere utilizzato per l’assegno di mantenimento dell’ex coniuge. L’assegno andrà al genitore separato, che lavorava all’inizio della pandemia e che ha subito la decurtazione del proprio reddito, per coprire l’assegno di mantenimento previsto e preteso dall’altro genitore, il collocatario a cui non spetta detto bonus.

Tutto bene se la legge verrà approvata – si spera tra pochi giorni – poiché permettere al padre di poter assolvere ai propri obblighi economici verso i figli, garantendo loro l’assegno di mantenimento, farà sì che ci sia la tutela dei figli e che si eviti la prevedibile conflittualità genitoriale.

 

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Salerno Una madre usa il proprio corpo come scudo per salvare il figlio dalla furia omicida del padre


Rischia la vita per salvare il proprio figlio

ma i servizi sociali le tolgono il bambino


I fatti risalgono al 20 Giugno 2020, quando a Salerno un padre 34enne tenta di uccidere il proprio figlio di appena 7 anni, prima tentando di strangolarlo e dopo colpendolo al collo con dei forbiccioni tagliaerba.

Provvidenziale l’intervento di mamma Arianna (nome di fantasia), che accorgendosi dell’accaduto, usa il suo corpo per fare da scudo fra Luca (nome di fantasia del bambino) ed il padre omicida, salvandogli la vita, e scongiurando così la tragedia.

Mamma e figlio vengono immediatamente ricoverati, oltre allo stato di forte shock, vengono sottoposti a cure mediche per le ferite riportate.

Dai controlli medici, avvenuti subito dopo l’aggressione, Luca, oltre a riportare profonde ferite al collo, presenta dei lividi, che fanno presagire, il tentativo di strangolamento adoperato dal padre, ciò nonostante il bambino riesce a cavarsela con 6/7 giorni di prognosi. Senza mamma Arianna, Luca sarebbe morto ammazzato dal padre.

Il gesto del padre omicida sarebbe scaturito senza un apparente motivo, ma si presuppone che ci sia stata premeditazione, poiché l’arma utilizzata, forbici tagliaerba, l’omicida soleva tenerli fuori da casa per lavori agricoli amatoriali.

Mamma Arianna ha usato il proprio corpo per evitare che il padre colpisse il suo bambino, salvandogli la vita e, ciò nonostante, invece di essere aiutata, le è stato tolto il figlio, che si trova già da tempo presso una casa famiglia, sita nel territorio Salernitano, e la madre non può né parlare né vedere il proprio figlio. C’è da chiedersi: ma la giustizia che fine ha fatto? perché si agisce così nei confronti di una madre, facendole subire un ennesimo calvario, anche istituzionale?

Per questo motivo mamma Arianna si è rivolta allo Studio Legale Miraglia che, da anni, lotta contro il sistema degli affidamenti illeciti.

L’avvocato Miraglia, esprimendosi in merito, aggiunge: “questa vicenda ha dell'incredibile, questo bambino è stato dichiarato adottabile per il solo fatto che la sua mamma lo ha difeso?”

Continua l’avvocato Miraglia: “Ci rivolgeremo non solo alla Corte d’Appello affinché venga revocato lo stato di adattabilità, ma interpelleremo anche il Presidente della Regione De Luca, per capire come viene gestita questa casa famiglia, che di fatto ha messo alla porta la mia assistita, determinando la decisione del tribunale”.

Dopo l’aggressione omicida subita dal padre, alla madre e bambino nessuno li ha mai supportati adeguatamente, nessuno si è preoccupato di loro. Il padre omicida, attualmente, sta scontando una pena detentiva in carcere. A Luca, precedentemente al tragico accaduto, era stato diagnosticato un disturbo dello sviluppo neurologico e la commissione Asl gli aveva riconosciuto le tutele della legge 104.

 

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