Attualità
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Ascoli Piceno


Quando le forze dell’ordine sono di parte


Un padre di due bambini piccoli, riconsegnava alla madre collocataria i figli, portandoli a scuola (nido e asilo) alle ore 7.30/7.40, per, poi, recarsi al lavoro (a 30 km) per le ore 8. Con la chiusura dell’asilo per il più grande, il padre comunica (a mezzo pec, tramite il legale) alla moglie e al suo legale che riporterà i figli a casa materna alle ore 7.30 per essere puntuale al lavoro e assolvere ai suoi impegni professionali presso una struttura che a quell’ora inizia la propria attività con il pubblico, avvertendo che non lascerà i figli a sconosciuti e che, se la madre non sarà in casa, riporterà il figlio più grande a casa sua. Al lavoro non può chiedere deroghe orarie, essendo un periodo di ferie del personale. Quando la scuola è chiusa, salvo diverse disposizioni del giudice, per tutti i genitori si osservano gli stessi orari del periodo scolastico.

Ma, per la madre dei due bambini, non è così, perché lei vuole che il padre, addirittura, li riporti alle ore 9 del mattino e, se non può, pretende che sia lui a chiedere il cambiamento dell’orario di lavoro o che paghi una baby-sitter per la fascia oraria 7.30-9. La madre, per i due minori di due e cinque anni, prende oltre 500 euro al mese per l’assegno di mantenimento versato dal padre e altrettanto per il 100% dell’assegno unico universale, cioè oltre €. 1.000 al mese.

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Aosta

Non accettiamo i veti di alcuni partiti perché

stiamo, sempre, con i minori e con i separati

 

Da ventisette anni assistiamo i minori loro malgrado coinvolti nelle separazioni dei genitori e il genitore, notoriamente, di fatto estromesso dalla vita dei propri figli per un assurdo connubio tra le istituzioni che dovrebbero tutelarli e per la cronica assenza della quasi totalità del mondo partitico valdostano che volutamente ignora questi perpetuati e quotidiani abusi sui minori e sul loro padre, causa, in Vda, anche di tanti suicidi dei padri impotenti e offesi dalla giustizia ingiusta. Problemi mai affrontati perché le forze politiche non vogliono dispiacere al tribunale e non voglio mettere mano ad una seria e vincolante regolamentazione dei servizi sociali, tollerando sperpero di danaro pubblico con il finanziamento di strutture sociali e incarichi a professionisti che tali, in concreto, poi potrebbero risultare non esserlo.

Nessuno funzionario del settore famiglia, salute, sanità e politiche sociali, come invece sarebbe suo dovere istituzionale, effettua controlli sull’operato della struttura dei servizi sociali e dell’Asl che si occupa dei minori tramite evitando, come prassi, che controllori e controllati siano sempre le stesse persone. Il monitoraggio dei servizi è un dovere e non un optional a discrezioni degli amministratori regionali e degli enti locali.

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