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Il papà può e deve crescere i figli


Il padre ha tutte le carte in regola per crescere ed educare i figli e, quando riesce a farlo, dimostra di essere professionalmente preparato e, quasi sempre, ci dice la socio-psico-pedagogia, lo fa anche meglio della madre. I padri abbandonano il lavoro per dedicarsi ai figli e nel 2024, in 19 mila lo hanno fatto. E’ una percentuale alta, poiché corrisponde al 30,5% dei genitori che l’anno precedente hanno scelto i figli (fino a 3 anni di età) al lavoro e ciò conferma che sta lentamente (ma non tanto) cambiando la concezione della famiglia e il ruolo dei genitori, scoprendo che i padri hanno le carte in regola per fare il genitore, come la madre.

Certo, abbandonano (senza distinzione tra madri e padri) il lavoro per la impossibilità di conciliare gli orari lavorativi con le esigenze del figlio e/o figli, mentre, se ci fosse una diversa visione della genitorialità, le due cose, lavoro e crescita del figlio, potrebbero coesistere e armonizzarsi. Non esiste, in Italia, a mio parere, una seria politica della famiglia e nemmeno una tutela dei minori, tanto che il fenomeno della denatalità è solo una “notizia” che non suscita una sana preoccupazione nei politici e nella società in genere per individuarne le cause e porvi rapidi e seri rimedi.

La cultura denigratoria della figura paterna che, per secoli, relegava il suo ruolo a quello di provvedere economicamente alla famiglia trova sempre maggiore difficoltà a continuare a difendere gli arcaici preconcetti sessisti, che escludevano l’educazione dei figli dalla sfera delle competenze o, meglio, esigenze del padre.

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Verso il 7 aprile 2026

 

Ciao Tony, il tuo dolore è anche nostro


Sono trascorsi 30 anni dal suicidio di Antonio Sonatore, Tony come veniva chiamato nel mondo del lavoro e dagli amici, e tutt’ora in Aosta è vivo il ricordo del suo gesto estremo e della sua disperazione per unna “giustizia ingiusta”, come la chiamava nei suoi cartelloni di protesta, che non gli permetteva di vedere la figlia, nemmeno nel giorno di Pasqua. La stampa, in genere ed eccezione fatta per le testate minori, non aveva dato particolare attenzione al dramma che viveva questo noto maestro e psicologo che da tempo protestava, con cartelli sandwich, nelle piazze e vie cittadine e soprattutto davanti al Tribunale contro i provvedimenti giudiziari che non gli permettevano di vedere e frequentare la figlia.

Nella settimana in cui ricorre il 30° anniversario del suicidio di questo padre, organizzeremo in Aosta una giornata-studio con la partecipazione di magistrati, psicologi, pedagogisti, sociologi e legali impegnati, a livello nazionale, sul diritto minorile e di famiglia. Saranno invitate alle iniziative programmate le maggiori associazioni italiane impegnate da decenni nella tutela dei minori e del genitore più debole e saranno organizzate manifestazioni specifiche per riflettere su quanto ancora resta da fare per una vera tutela dei minori e dei padri che non possono esercitare i propri diritti genitoriali perché estromessi dalla vita dei figli.

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