Attualità
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Convivere con il coronavirus


Come regolare il diritto di visita genitori-figli

con scuole chiuse e provvedimenti restrittivi

 

avv. Francesco Valentini*

Che succederà con le separazioni? Cosa decideranno i soloni (sapientoni) della giustizia per i minorenni?  I figli staranno col padre o con la madre? E se entrambi risultano positivi, a chi saranno affidati? E che fine faranno le case famiglia? chi le controllerà? Come si muoveranno i servizi sociali? Questo virus ha messo a soqquadro tutto il sistema della scienza politica, sociale, psicologica e giudiziaria. Le Autorità mondiali dicono che bisogna stare uniti e decidere insieme e non farsi prendere dalla paura. Non è tempo di divisioni. Chissà se i tribunali lo hanno capito? (lettera firmata)

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La chiusura delle scuole a seguito dei provvedimenti restrittivi del governo per contenere l’epidemia provocata dal coronavirus sta provocando difficoltà per la gestione dei figli nelle coppie non più conviventi. Quale genitore deve tenerli quando la scuola è eccezionalmente chiusa? Alcuni pretendono che i figli stiano con ambedue i genitori in tempi paritari, anche se i minori sono collocati prevalentemente presso uno di loro, quasi sempre la madre. Soluzione non praticabile perché molti non collocatari devono andare al lavoro e non possono chiedere deroghe, proprio perché non collocatari dei figli minori.

Altri giustificano la ripartizione dei figli in tempi paritetici perché paragonano queste forzate vacanze a quelle estive, non considerando che durante le ferie scolastiche estive si continua con le frequentazioni abituali ad eccezione di un periodo, di solito di quindici giorni, che i minori restano esclusivamente con l’uno e l’altro genitore.

L’unica soluzione praticabile è quella di mantenere in piedi le turnazioni previste dal tribunale con l’eccezione che, al mattino, i minori restino con il genitore con il quale hanno trascorso la notte precedente fino all’orario di chiusura della scuola, permettendogli di potersi avvalere della collaborazione dei propri familiari e amici, quando impedito dagli obblighi lavorativi.

L’estensore della lettera inviata all’associazione pone precisi interrogativi a cui è difficile dare una plausibile risposta, perché ogni tribunale ed ogni giudice sono un mondo a sé e perché non sempre il diritto civile e minorile hanno un posto preminente nei “soloni (i sapientoni) della giustizia per i minorenni?” Le Convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia e dei minori non trovano quasi mai degna citazione nelle sentenze dei tribunali, purtroppo.

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Una lodevole iniziativa


Ai richiedenti il gratuito patrocinio

verifica fiscale delle dichiarazioni


Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Salerno ha rilevato che, nel 2019, oltre il 10% delle autocertificazioni dei richiedenti il Patrocinio a spese dello Stato per cause penali non erano veritiere e lo hanno scoperto analizzando i redditi dichiarati con il reale tenore di vita dei richiedenti, le attività economiche svolte dall’intero nucleo familiare e dagli eventuali conviventi. Coloro che hanno omesso di dichiarare le reali risorse economiche proprie per rientrare negli indici di basso reddito per accedere al patrocinio gratuito sono stati denunciati per truffa ai danni dello Stato e rischiano una condanna fino a 5 anni di carcere e una multa fino ad €. 1.500. Nei primi due mesi del 2020 la GdF di Salerno ha già accertato ben altre 14 irregolarità.

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In primo luogo un plauso al Comando provinciale da parte della nostra associazione per aver messo mano alle false autocertificazioni che accompagnano la richiesta di patrocinio gratuito a spese dello Stato: fenomeno assai diffuso in tutta Italia che coinvolge anche le cause civili, in particolare nel settore delle separazioni, divorzi e affido dei minori. Più volte la nostra associazione ha segnalato alle autorità competenti, compreso alle procure della Corte dei Conti per danno all’erario statale, il diffuso ricorso alle dichiarazioni false per accedete al c.d. patrocinio gratuito che oltre a recare un danno economico allo Stato sono quasi sempre occasione di ingiustizie sociali e causa del proliferare di denunce contro l’ex coniuge-convivente per maltrattamenti in famiglia, per atti persecutori e per infinite inesistenti altre cause.

Se venissero analizzate tutte le dichiarazioni che accompagnano le richieste del patrocinio a carico dello Stato, cioè di noi cittadini, se ne scoprirebbero delle belle: dichiarazioni fasulle, evasioni fiscali consolidate negli anni, lavoro a nero ed ingiustificabili tenori di vita incompatibili con i redditi dichiarati. Lo Stato risparmierebbe milioni e milioni di soldi pubblici esborsati per pagare avvocati che dovrebbero assistere cittadini con redditi molto bassi e i tribunali non verrebbero sommersi da ricorsi e denunce fasulle.

Diminuirebbe anche la conflittualità tra i genitori perché quello dalle facili e non veritiere denunce ci penserebbe bene prima di fare tutto ciò contro l’altro genitore (quasi sempre il padre) se le spese legali fossero a suo totale carico. I figli, in questi casi, non sarebbero più le vere vittime di un sistema giudiziario “illogico”.

 

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