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Spese straordinarie dei figli: un business materno
Le spese straordinarie alimentano e, in molti casi, ingigantiscano il conflitto genitoriale, soprattutto dopo la formulazione dei Protocolli sulle spese straordinarie, sottoscritti dal presidente del tribunale e dal locale ordine degli avvocati, con la categorica esclusione dei genitori, che, a dire dei contraenti, sono tutelati dagli avvocati. I figli appartengono ad ambedue i genitori, ma non ai
giudici ed agli avvocati, in quanto i primi devono applicare la legge vigente e i secondi sono pagati (ed anche molto bene) per una prestazione professionale, cioè la difesa del genitore e dei suoi figli dinnanzi al giudice e ciò non implica la delega per sostituirli nella formulazione di un protocollo che riguarda i genitori e i loro figli.
Questi signori che amministrano le spese straordinarie ritengono i genitori (in verità, per il 92% solo il padre) soggetti passivi che devono subire quanto impone il protocollo formulato sulla convergenza tra giudici e avvocati, senza minimamente tener conto degli inalienabili diritti dei genitori, che, anche in presenza di affido condiviso, devono autorizzare tutte le spese straordinarie dei propri figli con i relativi costi, poiché le parcelle variano da professionista a professionista, la stragrande maggioranza delle spese sanitarie sono fornite dal S.S.N. e i costi degli apparecchi o altro variano da negozio a negozio anche per l’identico oggetto. La discrezionalità del genitore collocatario - per il 92% la madre - non è affatto garanzia di oggettività della spesa straordinaria.
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