Attualità
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Cavriago (RE), 8 agosto, incontro con il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Il contributo della nostra associazione tramite il presidente Ubaldo Valentini


Tribunali e Servizi sociali tutelano i minori?

Pretendiamo chiarezza sugli affidi nelle separazioni.


La nostra “Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori, aps” è sorta nel 1998 e da ventidue anni opera a livello nazionale con la specifica finalità della tutela dei minori nelle separazioni per garantire loro la bigenitorialità e ai due genitori il rispetto della co-genitorialità.

Hanno fatto clamore i fatti di Bibbiano, ma questa triste realtà è sempre esistita. Per troppo tempo, nonostante le denunce dei genitori e dei familiari, non si è voluto approfondire il problema della sottrazione dei minori; non si è voluto verificare quanto accadeva (compresi i costi) nelle strutture in cui i minori, per disposizione volontaria di spregiudicate istituzioni, venivano collocati.

Gli abusi riguardano circa un milione di figli minorenni che finiscono nel giro intoccabile e concordato sistema delle pubbliche istituzioni, le quali abusano della loro dignità esistenziale in nome del “superiore interesse”. Parliamo di tribunali per minori e tribunali ordinari che con spregiudicati servizi socio-sanitari, segnano il destino di tantissimi figli, sin dalla tenera età, privandoli dei genitori e della famiglia.

Un mondo rimasto chiuso ed intoccabile tra tribunali, servizi sociali, Ctu, giudici onorari dei tribunali e delle Corti d’appello sez. minorile, psicologi, avvocati, educatori, forze dell’ordine, associazioni di genere e variegate lobby affaristiche. Il patto tra “questi” (sempre le stesse persone) tipico delle società che operano fuori dallo Stato legale, sfalda il primo fondamento della società: la famiglia intesa nella sua naturale esistenza ed estensione di soggetti che vivono nell’equilibrio di legami e di relazioni.

Una sottile politica di genere, manifestata ed espressa attraverso il filo conduttore di una giurisprudenza “sfaticata”, di prassi ricorrente e di cultura molto discrezionale, ha portato a sfaldare il concetto di genitore, ad emarginarne uno, a mettere in discussione il principio delle pari opportunità, come previsto dalla L. 54/2006 e a minare l’affido paritario.

Il disastro istituzionale ha provocato il rigurgito, come spesso accade, di tutte quelle forze oscure, massoniche e non, che tentano di approfittare del momento per trascinare la politica nella querelle per scopi marcati contro la famiglia ed i propri figli. La legge 54/2006 è rimasta la cenerentola sulla carta. Basta dare alla stessa credibilità e bloccare la deviazione abusiva degli affidamenti extra famiglia. L’affidamento in case e luoghi protetti per la legge è “una eccezione”. Per le istituzioni ed i tribunali, è diventata una regola. Si svuotano le famiglie per riempire case e luoghi in cui si consumano i più atroci delitti, contro la volontà dei genitori, senza controlli e con la corresponsabilità di “persone togate” e servizi soggiogati.

Il padre è il genitore più colpito (94%). I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per le strampalate decisioni dei tribunali ,le famiglie sono in eterno conflitto, padri finiscono in miseria e vengono giustificate, con clamorose sentenze, situazioni contrarie al normale modus di vita di una famiglia. Queste decisioni non fanno stato, ma fanno esempio e invogliano a percorrere strade contrarie alle convenienze sociali.

La privacy è divenuto un istituto di luogo comune nelle risposte per vietare l’accesso agli atti, la partecipazione del genitore nel procedimento presso i servizi sociali. La trasparenza è un termine scritto nella legge che non ha alcun valore. Il sistema istituzionale ha permesso di mettersi d’accordo per sottrarre i figli ai genitori e alla famiglia, con motivazioni senza alcuna logica giuridica.

Il codice penale è divenuto “una barzelletta”. Annullata la presenza istituzionale dei servizi sociali nella fase amministrativa, al Tribunale è spianata la strada per confermare una decisone concordata prima e confermata dopo.

La nostra associazione, in varie parti d’Italia, ha posto un problema di grande importanza. Le situazioni delle separazioni vanno regolamentate sia nella fase amministrativa che in quella giudiziaria. Quella giudiziaria va disciplinata con un percorso snello, chiaro e prescrittivo. Vanno assolutamente messe al bando prassi e discrezionalità. La fase amministrativa va regolamentata, come vuole la legge.

Noi ci siamo fatti promotori di un Regolamento per disciplinare l’attività dei servizi sociali degli Enti che riguarda la famiglia separata e i loro figli nel rispetto della legge 241/90, la quale ha sottratto alla P.A la possibilità di ragionare con criteri discrezionali e per sentito dire. La vita e le azioni degli Enti territoriali devono avvenire secondo corretti procedimenti, consentendo al cittadino di partecipare e di avere accesso ai documenti che lo riguardano.
Consapevoli di ciò che accade in questo mondo, abbiamo sempre segnalato alle Autorità competenti fatti ed abusi. Dopo i clamorosi fatti di Bibbiano abbiamo prodotto un esposto, ai Tribunali ordinari e per minori, alle Procure della Repubblica c/o i Tribunali e presso la Corte dei Conti perché venga avviata una approfondita indagine per verificare se gli affidamenti disposti in comunità protette, nelle case famiglie e nelle singole famiglie o nelle strutture extra-regionali sono stati effettuati in regime di legittimità procedimentali; se durante il periodo di collocamento dei minori sono stati individuati, incaricati e disposti i controlli; se di ciò sono stati redatti regolari verbali e conservati agli atti; se sono state verificate le congruità delle rette pagate dall’ente pubblico a tali strutture e se le stesse rendono pubblici i loro bilanci, gli operatori che seguono i minori, le loro professionalità e i programmi da loro messi in atto a tutela di questi minori sottratti alle famiglie di origine, temporaneamente o definitivamente, come nelle adozioni; se tali provvedimenti di collocazione extra-familiare dei minori siano stati realmente indispensabili e se sono state esperite – con la dovuta certificazione – altre vie per sostenere i genitori nello loro genitorialità ed evitare, nella stragrande maggioranza di casi, il drammatico distacco da entrambi i genitori o solo da uno; se sono state verificate le vere finalità di queste comunità e se sono state verificate a chi realmente tali strutture sono riconducibili; se, infine, ad oggi sono state rilevate criticità e come queste sono state risolte.

E’ indispensabile ed urgente cercare le responsabilità a qualsiasi livello, come ha scritto il P.M che svolge le indagini su Bibbiano, perché i fattacci di cui parliamo avvengono per assenza di vigilanza e di controllo di chi doveva ed ha mancato di svolgere la propria funzione

La Nostra proposta parte dalla legge ed in forza di questa sono state attivate mozioni sia in Valle D’Aosta che nella Regione Umbria, accolte al momento con l’approvazione di linee guida, tutt’ora in corso.

Riteniamo che la materia, per la sua importanza, debba trovare apposita disciplina dal Governo centrale con una disposizione unica, valida su tutto il territorio nazionale per evitare clientelismi e strumentalizzazioni politiche. La famiglia e i minori sono gli stessi sia in Sicilia che in Lombardia, perché i loro valori sono stati ricompresi nella Costituzione per essere affermati in modo identico sia a Palermo che a Milano.

La famiglia è l’unica titolata all’affidamento, in tutta la sua estensione. L’affidamento extra, deve restare un istituto residuale ed eccezionale, come detta la legge, con tutte le garanzie dei controlli e della vigilanza.

Gli artt. 3, 29, 30 e 97 della Costituzione restano il baluardo insormontabile, non possibile di interpretazioni contrarie a principi che hanno fatto e fanno parte della cultura civile del nostro Paese.

Fuori dalle istituzioni, mafie, corruzioni, illegalità e abusi.

 
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A margine dell’incontro con il Ministro della Giustizia


Onestà e buone intenzioni dell’on. Bonafede


Proficuo è stato l’incontro del Ministro della Giustizia, on. Alfonso Bonafede, con i sindaci della Val d’Enza, le famiglie abusate di Bibbiano, gli operatori sociali del territorio e con le associazioni che tutelano i minori. L’appuntamento, tenuto a Cavriago (RE) l’8 agosto, era stato organizzato dai deputati e consiglieri regionali del M5S che hanno invitato anche le associazioni di fuori regione, come la nostra, per un confronto a vasto respiro.

Il ministro - persona disponibile, chiara nei suoi futuri programmi in merito agi affidi e ai minori e fermo nelle decisioni - ha voluto e creato la “Squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori” con decreto ministeriale del 22 luglio e i lavori si concluderanno entro novembre 2019.

Cinque sono i compiti della squadra speciale: “monitorare lo stato di attuazione della legislazione vigente: evidenziare le criticità della normativa vigente; esaminare ed elaborare proposte di modifiche normative; promuovere la creazione di una banca dati nazionale integrata relativa agli affidamenti famigliari: proporre circolari di armonizzazione delle procedure”.

E’ fuori dubbio la volontà del ministro a fare chiarezza su queste problematiche e la squadra speciale integrata da presenze esterne al ministero di fatto ancora una volta non ne fanno parte i genitori, cioè gli protagonisti e responsabili della tutela dei propri figli. La commissione per valutare l’operato dei tribunali, dei servizi psico-sociali, degli avvocati dovrebbe tenere fuori proprio le organizzazioni che tutelano ordini o lobby professionali al centro del dibattito, certamente non positivo.

Molte associazioni, come la nostra, da oltre vent’anni denunciano gli abusi istituzionali (tribunali, strutture psico-sociali, ordini professionali, ecc.) sui minori nelle separazioni che di fatto non vengono tutelati nel loro diritto a restare inseriti nella famiglia di origine garantendo loro il diritto alla bigenitorialità e, ai loro genitori, il diritto alla co-genitorialità.

Non siamo certi, però, che nella squadra ministeriale si parlerà dei milioni di minori che, troppo spesso, subiscono quotidiani e silenziosi abusi per un affido poco equo e rispettoso dei loro diritti, preferendo, al contrario, dare risposte agli abusi emergenti dalla cronaca. L’abuso è sempre abuso e su ciascuno bisogna indagare sul livello di gravità e sulle responsabilità.

Solo ora una giudice ha avuto la forza di mettere in discussioni gli affidi, gli operatori psico-sociali, le comunità protette a tutela dell’infanzia e, di conseguenza, dovrà chiamare in causa anche i tribunali che avallavano acriticamente l’operato dei servizi psico-sociali senza predisporre i dovuti controlli e gli amministratori di enti locali da cui dipendono tutte queste strutture ma che si sono guardati bene dai dovuti controlli sia sulla professionalità degli operatori coinvolti a vario titolo che sui costi che ricadono sui contribuenti italiani.

Ancora una volta la presenza dei genitori è esclusa dalle commissioni di indagini, mentre, al contrario, una commissione di genitori dovrebbe affiancare tutti i tribunali e tutti gli assessorati alle politiche sociali per prevenire il pullulare di stravaganti “protocolli” tra genitori ed avvocati come se gli avvocati non fossero “operatori” del diritto a pagamento che assistono i genitori ma non li rappresentano. Speriamo che, crisi di governo permettendo, si corregga questo imperdonabile “dimenticanza”.

Si esce dalla difficile situazione degli affidi, a nostro parere, stabilendo un Regolamento per disciplinare l’attività dei servizi psico-sociali nell’affido di minori con genitori non più conviventi. La nostra associazione dal 2016 ha focalizzato la propria attività sulla stesura del Regolamento, incaricato affidato all’avv. Gerardo Spira, esperto di pubblica amministrazione e di diritto minorile. Il testo è stato messo a disposizione delle regioni e degli enti locali da cui dipendono gli operatori psico-sociali e le comunità a loro collegate. La regione Valle d’Aosta lo discuterà in autunno ed è stata approvata all’unanimità una mozione che ne prevede la discussione alla regione Umbria, dopo l’insediamento del nuovo consiglio regionale.

Sono intervenute, nel dibattito di Cavriago varie organizzazioni di genitori e singoli genitori privati ingiustamente dei propri figli. Il nostro intervento (come riportato in questo sito) ha riscosso un grande successo tra i presenti sottolineato dai continui applausi che interrompevano l’esposizione delle proposte e considerazioni dell’associazione. Al termine, il presidente, Ubaldo Valentini, e la segretaria, Anna Benedetti, sono stati avvicinati da tanti genitori, associazioni e forze politiche per futuri contatti su specifiche problematiche e per la collaborazione in altre iniziative culturali sul territorio. A tutti è stata garantita la massima collaborazione e la disponibilità ad ospitare nel nostro sito i loro interventi in materia di affido dei minori nelle separazioni e nelle famiglie momentaneamente in difficoltà.

 
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