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Troppo spesso la “ovvietà” vuole prendere il posto della competenza scientifica e professionale. In molti si sentono autorizzati a formulare “loro” teorie - anche se talvolta ovvie ma poco scientifiche e soprattutto poco praticabili e pertanto non utili ai  minori e al genitore costretto ad essere meno presente nella vita dei propri figli – da imporre a tutti come il toccasana per risolvere i disagi provocati da una separazione conflittuale.

In tanti si improvvisano maestri

 

Con sempre maggior frequenza si sentono o si vedono scritti pareri tecnici o “scientifici” sull’affido dei figli e sulle separazioni espressi da persone che svolgono professioni in campi ben diversi da quelli della psicologia dell’età evolutiva, della psichiatria infantile, della pedagogia e della sociologia. Costoro propongono soluzioni che poi i fatti sistematicamente rendono impraticabili e talvolta si rivelano pure dannose.

Sfogliando le pagine della stampa e dei numerosi libri dedicati all’argomento, visitando i siti web si ha l’impressione che troppi “esperti” in realtà dovrebbero fare solo la professione per cui sono titolati o pagati in quanto certe discipline non possono essere improvvisate se non se ne conoscono la struttura scientifica e i loro principi di indagine, in particolare quelle inerenti la sfera psicologica ed educativa dei minori.

Molte persone ci contattano dicendo che il/la pediatra ha consigliato loro come comportarsi nell’educare i figli, indicando loro come farli relazionare con l’altro genitore, arrivando anche a dare consigli legali. Molti lo fanno per soddisfare una richiesta del genitore del minore e tanti genitori confondo il ruolo del pediatra con quello di altre specifiche figure professionali competenti per l’educazione e la crescita psico-culturale e sociale dei minori. Da questi professionisti si deve pretendere che svolgano con scrupolo la professione sanitaria per la quale sono retribuiti  e che si aggiornino su come curare i bambini e prevenire le malattie infantili, ma  non ci si deve aspettare o accettare valutazioni exra-professionali sui nostri figli.

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I figli possono fare a meno del padre

E’ allucinante la facilità con cui alcuni servizi sociali arrivano alla stesura di relazioni contenenti conclusioni inverosimili e dannose proprio per quei minori su cui sono chiamati ad intervenire per finalità istituzionale o a pronunciarsi su richiesta dei tribunali al fine di determinare l’affido dei minori stessi e il diritto di visita dei loro genitori separati.

Oggi anche il tribunale ordinario, chiamato a gestire le separazioni giudiziali, delega questa struttura pubblica a valutare i genitori e a proporre provvedimenti a tutela dei loro minori. Nei tribunali dei minori e nelle sezioni minorili delle corte d’appello, alcuni operatori sociali svolgono contemporaneamente, oltre alla professione,  anche l’incarico – retribuito a parte - di giudici onorari o di  Ctu, anche se, per svolgere queste delicate mansioni dovrebbe essere indispensabile conoscere scientificamente la psicologia generale e, in specifico,  quella dell’età evolutiva oltre alla psichiatria, avere personale esperienza professionale in questo settore e, non sarebbe male, essere anche genitori. Si eviterebbero tanti provvedimenti antieducativi e dannosi per l’equilibrio psico-fisico dei minori.

 

Siamo consapevoli che chiedere ciò vorrebbe dire

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