Un collegio del tribunale di Milano cancella, con un colpo di spugna, tutta la cultura antipaterna.
Il padre deve occuparsi della figlia
anche se in tenera età
di avv. Gerardo Spira
Milano-14 gennaio 2015, Presidente dell'Arciprete, relatore Giuseppe Buffone decreta: il padre deve occuparsi della figlia, anche se in tenera età. La decisione finalmente punta il dito sulla legge dichiarata e voluta “uguale per tutti”.
Il Tribunale ha stabilito che” solo esercitando il ruolo genitoriale un genitore matura ed affina la propria competenza genitoriale” La decisione è senza dubbio rivoluzionaria perché frantuma un periodo di acquisite decisioni contro la figura del padre, cultura di genere e residuata di studi razzisti.
E' riaffermata la validità della legge n.54/2006 sull'affidamento condiviso e finalmente la Giustizia ha ristabilito il principio che entrambi i genitori devono prestare cure ed impegni nella prospettiva che vede entrambi attori del progetto di vita e del futuro del figlio.
E' altresì sfaldata la teoria che nella prima tenera età il padre non avesse le caratteristiche genitoriali per partecipare al processo di crescita del figlio.
Hanno, fino al 14 gennaio, tutti preso un colossale granchio: giurisperiti, operatori, studiosi a vario titolo e quanti si sono affannati nell'arena delle contese per sostenere l'una o l'altra tesi, a giustificazione delle esclusive qualità, soprattutto della donna, nell'età del minore da uno a tre o quattro anni.
La decisione è ancora più crudele, per gli assertori di queste teorie, sostenute nell'ambito di coppie unite in matrimonio.
Il caso di Milano, infatti, riguarda una coppia di fatto, per cui la decisione assume un valore ancora più pregiato.
Nell'ambito del procedimento per l'affidamento e il mantenimento dei figli nati fuori da matrimonio il Tribunale di Milano col decreto del 14 gennaio stabilisce che “genitore non si nasce ma si diventa”
Il principio è semplice e non ha bisogno di astruse o contorte teorie. Il falegname, il meccanico, l'avvocato, il magistrato imparano il mestiere o la professione esercitandola. Vi è poi chi lo fa con diligenza e con impegno e chi invece con negligenza, imperizia o imprudenza.
Il ruolo di genitore ha qualcosa più del mestiere, l'impegno e le cure di un figlio che è parte di se stesso e il prolungamento della propria vita.
Escludere un genitore dalla vita di crescita di un figlio, vuol dire impedirgli di assumere la responsabilità disposta dalla legge e additarlo alla società come un soggetto pregiudicato negli affetti e nei rapporti.
La decisione del Tribunale di Milano ricompone elementi ed aspetti fondamentali per la crescita dell'uomo: il valore dei diritti all'uguaglianza nella condizione genitoriale i tempi di permanenza con entrambi i genitori e quelli di frequentazione.
Impedendo ad un genitore di svolgere il ruolo assegnato dalla legge, questi non apprenderà mai lo stato adeguato alle sue competenze, con la conseguenza di pregiudicare i futuri rapporti col figlio e causare conseguenze irreparabili nella sua vita futura.
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