Attualità
PDF Stampa E-mail

Finanziamenti e benefici pubblici per i minori:

l’erogatore deve informare ambedue i genitori


La Regione, con oltre settanta rivoli, spesso clientelari, ed altre istituzioni pubbliche elargiscono a gogò finanziamenti, benefici fiscali, agevolazioni varie, anche sull’edilizia popolare, senza renderne conto a nessuno, nonostante i soldi dati con molta generosità ad alcune madri ed evidente parsimonia ad altre, in nome della tutela dei minori, siano soldi pubblici ed esistono organismi amministrativi di controllo specifici, da nessuno attivati, seriamente. L’ente locale, la Regione in Valle d’Aosta, che gestisce direttamente o tramite deleghe ad altre istituzioni o enti locali erogano somme ingenti di beneficenza di alcuni miliardi di euro. E’ impossibile, per il cittadino, venire a capo dello sperpero dei soldi pubblici per mancanza di un unico registro dei finanziamenti e dei benefici fiscali delle persone che ne beneficiano. I servizi sociali gestiscono, pertanto, una somma di danaro pubblico con la massima discrezionalità, che, spesso, rasenta la discriminazione tra genitore e genitore, tra cittadino e cittadino. Il regolamento sul funzionamento dei servizi sociali in presenza di affido dei minori è quanto mai urgente per porre fine alla diffusa discriminazione di genere operata da un servizio sociale, privo delle dovute garanzie di oggettività e rispetto delle persone.

Leggi tutto...
 
PDF Stampa E-mail

Discriminazione genitoriale.

La responsabilità dei giudici, del servizio sociale e dei politici

 

Timidamente qualche giudice incomincia a considerare il padre come possibile vittima di soprusi familiari da parte della moglie o della compagna e madre dei suoi figli e, rispettoso del proprio ruolo, si mette, così, al disopra delle parti per valutare complessivamente il loro comportamento familiare e genitoriale. Qualcosa sta cambiando in alcune aule dei tribunali italiani, ma la grande ingiustizia contro il genitore di sesso maschile permane grazie alla mancanza dei dovuti controlli istituzionali e al pernicioso rapporto tra giudice e servizio sociale, basato sul principio di coprirsi reciprocamente le spalle. Il giudice incarica gli assistenti sociali (sempre più spesso appartenenti a strutture private, esterne all’ente locale, e senza regolamento operativo) di analizzare il caso oggetto del procedimento di affido, senza minimamente regolamentare, in nome della trasparenza, la loro attività, a garanzia di ambedue i genitori.

Gli assistenti sociali, incuranti delle disposizioni di legge, orgogliosi dell’incarico, non si limitano a riferire al giudice la situazione dei minori e dei loro genitori, non rispondono alla legge 241/90 (disposizioni in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) e non danno nessuna garanzia di oggettività del loro operato, estromettendo sempre il padre e, quando lo consultano, nelle relazioni, non riportano mai le critiche formulate contro l’ingiusto e arbitrario operato dell’altro genitore. Trasmettono illegittimamente al giudice le loro indicazioni per l’affido dei minori, azione, questa, non di loro pertinenza, ma di esclusiva competenza del giudice. Strasburgo ha sempre condannato l’ingerenza dei servizi sociali nel formulare ipotesi di affido, poiché privi della specifica competenza scientifica e professionale. Si veda, a tal fine, le condanne, anche pecuniarie, inflitte all’Italia per l’operato dei tribunali piemontesi.

 

Leggi tutto...
 
<< Inizio < Prec. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Succ. > Fine >>

Pagina 3 di 216

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di più.

EU Cookie Directive Module Information