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I minori: con rispetto e senza pregiudizi
Con il pregiudizio non si garantisce la tutela dei minori nei vasti e complessi procedimenti legati al loro affido, dopo la fine della convivenza dei genitori, perché, senza la certezza delle pari-opportunità genitoriali, non ci può essere la bigenitorialità e la cogenitorialità da tutti invocata, ma, con altrettanta fermezza, ignorata anche da parte di chi dovrebbe imporla. Se, poi, tra i figli ed i loro genitori, subentrano le istituzioni con la pretesa di gestire la conflittualità genitoriale - ricorrendo a prassi del tutto discriminatorie nei confronti del padre, così come da decenni vanno predicando associazioni di genere e la miriadi di centri antiviolenza, che, di fatto, sponsorizzati dai sevizi sociali - finiscono per imporre tesi quasi mai supportate da riscontri oggettivi e senza, quasi mai, porsi il problema del fatto che scelte inique sono fuorvianti per l’equilibrio psico-fisico subite dai minori con l’allontanamento forzato della figura paterna e sono la fonte della loro mancata fiducia nelle istituzioni e, di conseguenza, sono la reale causa della scelta della illegalità come evasione e come ribellione ai comportamenti a cui sono sottoposti, che sono ritenuti da loro inaccettabili.
Ascoltiamo i minori e ci renderemo subito conto che la via intrapresa da decenni (triangolazione tribunale, servizio sociale e il mondo delle cooperative sciali) non avrà gli sperati successi, perché c’è un totale scollegamento tra minori e i loro genitori, servizi psico-sociali del territorio, i centri antiviolenza, che sono finiti per essere la fonte di discordia e manipolatori di consensi, troppo spesso, minorili per assistere persone che sono fonte di contributi pubblici in base alle campagne pubblicitarie di volta in volta programmate.
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