Attualità
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Non giova a nessuno mettere la testa sotto la sabbia!


E’ tempo di bilanci e non possiamo sottrarci ad analizzare la difficile situazione dei minori con genitori non più conviventi e la insopportabile condizione del genitore non collocatario vittima, di fatto, di servizi sociali incontrollati e sovente chiamati a svolgere ruoli sociali senza la consolidata competenza. La mancata speranza - da parte del genitore estromesso dalla vita dei propri figli - nel dovuto rispetto della bigenitorialità e della cogenitorialità può essere suscitata da una giustizia sbrigativa che finisce, a causa dei suoi consolidati convincimenti ideologici, per essere una giustizia ingiusta che sacrifica, in primo luogo, i minori e il genitore più debole ai condizionamenti di genere imposti dai potenti e onnipresenti centri antiviolenza che, come sappiamo e quotidianamente sperimentiamo, finiscono per condizionare la gestione degli affidi.

La lotta contro la giustizia ingiusta era stata l’invano impegno esistenziale del prof. Antonio Sonatore che, prima di darsi fuoco davanti al tribunale di Aosta il 7 aprile 1996, giorno di Pasqua, dinnanzi all’impotenza a far valere i propri diritti paterni negati proprio dalle istituzioni a cui si era rivolto, aveva pubblicamente denunciato la mancata di giustizia negli affidi dei figli (e anche per questo, forse, era stato privato anche della responsabilità genitoriale) ed ora è divenuto simbolo dei padri separati i cui diritti genitoriali sono relegati all’obbligo economico imposto, però, solo ad un genitore.

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In Valle d’Aosta ingiustificati ritardi nell’affrontare

il malessere giovanile in Valle


Un fatto è certo: in Valle ci sono 35 consiglieri regionali per circa 123.000 abitanti (cioè un consigliere ogni 3.514), mentre in Umbria se ne eleggono 20 per oltre 856.000 abitanti (cioè un consigliere ogni 42.800 residenti) e in Lombardia, invece, circa 10 milioni di abitanti eleggono 80 consiglieri, cioè uno ogni 125.000 residenti. Ogni consigliere costa alla collettività che paga le tasse oltre €. 600.000 all’anno, oltre tre milioni a mandato, senza considerare la pensione che va anche agli eredi. Questi numeri evidenziano la costosa e assurda presenza, in Valle, di tanti consiglieri regionali, non più giustificabile, soprattutto perché non garantiscono una politica reale per i cittadini (la potrebbero fare, visto il rapporto di 1 ogni 3.500 abitanti, con il consolidato metodo di porta a porta), ma si rifiutano di dare una risposta immediata alle tante urgenti problematiche che assillano la regione, ignorando completamente quelle giovanili, cioè dei figli dei separati e degli immigrati, che, da decenni, risiedono in Valle.

L’interesse di chi amministra la Regione (che, come i fatti confermano, non ama osservazioni e tantomeno sollecitazioni su specifiche emergenze sociali) è rendere sempre più potente un potere politico che tutela solo se stesso e gli amici di turno, compresi quei partiti/movimenti che dimenticano persino quali siano la loro origine e le loro finalità statutarie. I cittadini (ad alcuni dei quali, economicamente meno fortunati, si elargiscono contributi, agevolazioni e prebende per accattivarsene il favore e per contenere possibili contestazioni da parte dei cittadini) non protestano in modo inequivocabile, perché sono sotto scacco economico e, in alcuni casi, anche lavorativo. La mancata protesta non significa, però, adesione alla politica regionale.

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