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Caro Gesù Bambino,

ti scrivono tutti: sia chi  vorrebbe vedere realizzati i propri desideri sia chi opprime i desideri degli altri, sia i buoni perché ti sono riconoscenti sia i cattivi perché sono abili nel mascherare se stessi alla società in cui vivono, sia chi crede sia chi non è dubbioso.

Allora ti scrivo anch’io, ma, come ben sai, non ho più l’età per fantasiose speranze e richieste ed allora cercherò di parlare a nome dei tanti figli dei separati.

Caro Gesù bambino,

nella notte di Natale ascolta la sofferenza dei tanti bambini che vivono in comunità per scelte imposte; di tutti coloro che non potranno vedere e stare, in questi magici giorni, con il proprio padre o con la propria madre; di quelli che non trovano sotto l’albero i doni del genitore assente per scelte altrui, per fuga dalle proprie responsabilità o per impossibilità economica; dei tantissimi bambini che non potranno assaporare la gioia di uno scambio di auguri con quel genitore che tanto gli manca attraverso quell’abbraccio che ti farebbe sentire parte integrante di un universo amico.

Ascolta le silenziose suppliche del genitore che suo malgrado è costretto a vivere da “profugo” la propria genitorialità, che subisce continuamente offese dalle istituzioni, che non può rivendicare i propri diritti e quelli dei suoi figli perché altrimenti viene tacciato di alimentare la conflittualità. Anche se sta zitto, però, non va bene perché, per loro – i cosiddetti esponenti delle istituzioni – non può esistere un genitore non affidatario senza colpa e si “penserebbe” male se si riferisse di maltrattamenti subiti. I genitori non sono uguali per le istituzioni italiane che devono deliberare sulla tutela dei minori e sulla difesa della bigenitorialità.

Talvolta penso di essere nato anch’io in una grotta e di avere un Erode alle costole.

A differenza tua, però, che avevi il sopporto di un bue e di un asinello che con entusiasmo ti riscaldavano, la mia grotta è affollata di un bue che deve solo produrre reddito e di tanti asinelli che osservano il bue che lavora. Non c’è una madre premurosa e nemmeno un padre attento alle esigenze del figlio. Forse gli emissari di Erode sono arrivati prima da me che da te.

Illumina quella infinità di persone che antepongono le parole ai fatti e che si vantano di tutelarci. Perdonali, perché sono accecati dalla presunzione e dal potere che deriva loro proprio da una nostra tutela che  non c’è.

Caro Gesù bambino,

ascolta il silenzio della tua chiesa che nulla dice in nostra difesa e che non condanna quel genitore che fa di tutto per cancellare in noi la figura dell’altro genitori.

Dì loro che la tutela dei minori e del genitore più debole viene sempre prima del sacramento della comunione o di come accettare i separati in chiesa.

A noi chi pensa?

Sicuramente non i tribunali con le loro sentenze non sempre accettabili; non i servizi sociali che invece di aiutare il genitore non affidatario e i figli sono intenti a creare una miriade di strutture “sociali”, di specializzazioni e competenze che troppo speso si rivelano non essere tali; non il parlamento poiché è in mano alla lobby del legali, degli psicologi, giudici ed educatori che guardano alla nostra emarginazione genitoriale prevalentemente come fonte economica e che non riesce a deliberare in modo equo ed opportuno sul diritto di famiglia; non la politica i cui esponenti  sembrano non sapere dell’esistenza di certe urgenze e di certe problematiche sociali; non la società perché ancora non produciamo e siamo solo fonte di spesa di soldi pubblici; non la Chiesa perché è lontana e poco propensa a “sporcarsi” le mani in nostro difesa.

E’ facile, per tutti, parlare dei diritti del fanciullo, di adozioni a distanza e poi si dimentica la nostra quotidianità, spesso brutta, anzi troppo spesso ingiusta e brutta.

Grazie Gesù bambino

per avermi ascoltato almeno tu. Anche se sarà arduo, cerca di parlare a tutti quei signori  nostri “tutori” e di contenere la furia irrazionale e distruttiva di Erode.

Auguri a tutti ed anche a te, Gesù bambino, nudo sulla mangiatoia.

Ubaldo, presidente AGS

 

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Natale momento magico per tutti i bambini di fede cristiana. La separazione non aiuta a vivere o rivivere questa magia, ma dato che a Natale si è o si deve essere più buoni, mi auguro che ci sia l' impegno da parte degli adulti a vivere e ricreare momenti sereni per i vostri piccoli. Come vicepresidente dell'associazione porgo un saluto a tutti con la speranza di attenuare almeno per un giorno la conflittualità familiare per i vostri figli. Buon Natale e felice anno nuovo.
Marina Vergoni – vicepresidente AGS

 

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Caro Babbo Natale,

permettimi di tornare a scriverti  dopo molti, molti anni una lettera per augurare buon Natale ai miei figli e, attraverso loro, a tutti i ragazzi che come i miei vivono l’esperienza della separazione dei genitori.

Vorrei per voi, figli miei, dei  Natali  non colmi di doni ma di attenzioni; vorrei non l’assenza, non quel vuoto inconfessato che dovete aver sentito dentro anche voi ma la presenza sicura e consapevole di chi vi vuole bene e di coloro ai quali voi volete del bene.

Dal tuo sacco, Babbo Natale, lascia un bel po’ di Amore, che i miei figli se ne sentano circondati da parte di noi genitori e aiutaci ad essere sempre consapevoli e forti in questo ruolo inestinguibile, padre e madre dei nostri figli, per sempre. E che loro siano consapevoli anche della forza e del valore dell’abbraccio dei nonni, così unici, vicini e di sostegno in questa fase difficile.

Voglio augurare ai miei figli di avere sempre forte la voglia, l’entusiasmo di pensare, di fare, di desiderare, di poter condividere le proprie idee e i sentimenti.

Mi auguro di riuscire a dar loro sia le radici, cioè le tradizioni, i valori, l’importanza di capire cosa siamo e in cosa credere, sia le ali ossia la forza, il coraggio di sostenere i propri talenti, inclinazioni, di non rinunciare alla concretezza delle proprie idee, fedeli ai propri sogni e all’autenticità che custodiamo in noi.  Auguro a voi ragazzi di essere sempre diffidenti e lontani dal nichilismo che nasce dalle crisi di valori per cui tutto diventa possibile e nulla ha più un fondamento.“ Non abbiate paura”, disse Karol Wojtyla.

Auguro a loro non il silenzio e l’indifferenza ma il confronto, seppur duro, e  la forza dell’indignazione per spezzare la mediocrità e l’omologazione. Che imparino a riconoscere la noia, la solitudine, il dolore che la vita comunque porta con sé, per difendersi e proteggersi e da ciò trovare degli stimoli di crescita.

Un augurio di saper godere del bello e del buono del mondo, della tenue luce dell’alba, del tramonto, della solennità delle montagne e del respiro del mare. Auguro di trovare qualcuno che vi ascolti nel momento del bisogno e a voi di saper ascoltare qualcuno che vi chiede aiuto.   Di vivere in pieno un amore che nutrendosi di alleanze e confronti sia capace di condividere il  positivo ma anche il negativo per perseguire non un’illusione ma il significato profondo dell’esistenza.

Abbiate fiducia in voi stessi, ragazzi, e in chi capite che vi vuole bene, non rinunciate mai a sperare e cercate sempre una via d’uscita.

Con un po’ di egoismo, Babbo Natale, ti chiedo di tirare fuori dal tuo sacco per me padre  non l’orgoglio di esserlo, ne ho già, ma la capacità di dare ai miei figli l’esempio, di far loro apprezzare le cose semplici ma vere, non patinate e finte, la forza e la coerenza, di educare ai desideri, alla speranza, alla paura, all’amore, anche se a me, e anzi proprio per questo, a volte tutto questo manca nella mia umana debolezza.

Auguro a me stesso, ancora con un po’ di egoismo, di essere per i miei figli come il professore del film “L’attimo fuggente”: “ O capitano, mio capitano”.

Auguri a tutti i genitori e soprattutto a tutti i ragazzi che non vivono più una famiglia.

Grazie di tutto questo, Babbo Natale, non è affatto poco e buon Natale anche a Te.

Alberto

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Cari amici, soci e simpatizzanti,

come ogni anno arrivano le festività natalizie, ma arrivano anche le sofferenze perché so che per noi separati/e non è un gran bel periodo in quanto in questi momenti di festa il nostro cuore e i nostri  pensieri vanno ai nostri figli che non sono con noi. Passeremo il Natale o il Capodanno da soli!!!

Ma tutto ciò finirà!  Non può piovere per sempre!

Nonostante tutto e con l'occasione, Vi porgo i miei più sinceri auguri di Buone Feste e, se mi permettete,  un consiglio: se avrete con voi i figli non godetevi le giornate, ma minuto per minuto!

Ancora auguri di Buone Feste a tutte le mamme e i papà, ai vostri figli.

Vi rammento che l'associazione non serve solo per risolvere i problemi legali, ma anche solo come gruppo di persone che si confrontano e condividono le proprie problematiche.

Thomas Negrello, coordinatore AGS Regione Valle d’Aosta

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Questa è la storia di una ragazza.

Una ragazza che aveva nello sguardo la certezza che la sua vita sarebbe stata meravigliosa, fiduciosa che non ci sarebbero stati altro che successi, convinta di avere il mondo nelle sue mani.

Naturalmente non è andata così...Ha cominciato ad assaggiare i normali alti e bassi della vita: relazioni amorose un pò complicate, lavoro in società con le persone sbagliate, denaro che andava e veniva; le normali vicissitudini, insomma,in cui tutti prima o poi incappano. E se ne è fatta una ragione,crescendo.

Ma la cosa che non è mai riuscita ad accettare è stata la cattiveria gratuita dell'uomo con cui aveva deciso di avere un bambino. Un dono così grande, fatto suo malgrado alla persona sbagliata...ma anche questa è una storia comune a molte persone.

Il senso di colpa per non poter dare al figlio quella famiglia unita, quello l'aveva anche elaborato,col tempo.

Il senso di fallimento personale, anche davanti ai propri genitori,anche quello, si poteva superare.

Ma lo strazio di dover assistere ai continui tentativi, da parte del padre di suo figlio, di distruggere la fragile psiche della loro creatura...quello non era contemplato.

Lei,pur con tutti i suoi difetti per carità, si è sempre impegnata affinché il bambino risentisse il meno possibile della situazione, ha cercato di mantenere una forma di armonica collaborazione, ed ha potuto constatare che non era impossibile. Ha visto molte altre coppie separarsi e tuttavia rimanere discreti genitori.

L'impotenza di fronte a gesti assurdi da parte del padre...le minacce, le botte al figlio per sfogare la propria rabbia, peraltro molto più vecchia di lui...la trasgressione di ogni più semplice regola, solo per il gusto di farlo... tutto questo e molto altro l'hanno portata ad un livello di disperazione tale, fino a pensare la cosa più abominevole che una madre possa pensare: "vorrei che mio figlio non fosse mai nato". E più pensava questa cosa, più si sentiva un mostro. In quel momento di massima disperazione, l'aver potuto condividere con altre persone questo atroce pensiero, lo ha ridimensionato e gli ha dato il giusto peso, ovvero un pensiero frutto di estrema sofferenza.

Ecco, la parola magica è condivisione. Non è che il dolore sparisca, ma quando viene condiviso, è come se si alleggerisse...E piano piano si trova nuova forza per andare avanti, accettando di aver sbagliato, accettando di non poter avere una vita " normale ", accettando di non avere modelli da seguire e dunque tutto da inventare...

Quella ragazza aveva un sorriso che a lungo non ha più ritrovato, a tratti pensava di non ritrovarlo mai più.

Invece, quasi a sorpresa, eccolo, c'è ancora. La voglia di vivere c'è ancora e l'energia per crescere serenamente, per la sua parte, il suo bambino,beh... quella non si esaurirà mai.

A tutte le mamme ed i papà in difficoltà, lei direbbe: cercate persone che vi possano capire, parlatene,non isolatevi, createvi una rete di sostegno che non vi faccia sentire soli con i vostri problemi.

Quella ragazza si chiama Alessandra.

Alessandra

 

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Auguri alla sana società valdostana, a quella che lavora e che vorrebbe essere rispettata dalle istituzioni tutte.  Speriamo che il 2013 porti profondi cambiamenti in queste strutture pubbliche e che i nostri figli siano una risorsa affettiva anche per loro! Oggi, purtroppo sono solo una risorsa economica per qualcuna/o e per qualche organismo sociale.

Comunque, prepariamoci a pretendere il dovuto cambiamento delle istituzioni e degli onnipotenti servizi sociali da cui dipendiamo noi genitori e i nostri figli. Auguriamo loro di superare certi limiti ideologici che, nei fatti, discriminano troppo spesso i figli e il genitore meno presente. I servizi sociali sono a servizio della società e non è la società che deve sottostare ai loro diktat che il tempo, troppo spesso, ne evidenzia la infondatezza.

Un augurio anche ai politici affinché comprendano che le separazioni sono fatti sociali emergenti e che non possono essere dimenticati o strumentalizzati solo per fini elettorali.

Un augurio ai tribunali, ricordando loro che il diritto al contraddittorio, alla difesa, alla verità e al rispetto delle esigenze di ogni cittadino vengono prima  dei decreti di allontanamento, delle sentenze per maltrattamenti o per ritardato pagamento degli assegni di mantenimento, spesso determinati in modo non equo. Si spera che certi giudici comprendano che se un genitore non paga le spese straordinarie o ritarda il pagamento mensile dell’assegno di familiare lo fa perché non ha soldi, perché è stato licenziato, perché è in cassa integrazione o si è ritrovato disoccupato. La solerte multa che i giudici applicano non lo aiutano di certo a pagare con minori difficoltà il proprio debito verso l’altro coniuge che spesso vive nello sperpero dei soldi.

Un augurio a tutti quei liberi professionisti che antepongono l’esigenza dei minori alle rivendicazioni frutto solo di rivalse o di speculazioni del genitore più forte.

Un augurio ai tanti nonni che si sono ritrovati senza nipoti per strane combinazioni istituzionali e un augurio di cambiamento ai quei nonni che invece tanto dolore provocano ai propri nipoti, contribuendo ad estromettere dalla loro vita il genitore meno presente e meno gradito a loro.

Un ricordo va a tutti quei padri che presi dalla disperazione sono presi dalla tentazione di commettere atti non condivisibili contro la ex-compagna, contro i figli e contro se stessi.

Il mio ricordo va a quanto è avvenuto dinnanzi al tribunale di Aosta quando un padre di 49 anni, che conoscevo bene e che apprezzavo per le sue risorse umane e la sua cultura, si è immolato come una torcia. Le istituzioni invece di comprendere la sua profonda solitudine ed impotenza rispetto a certi poteri ed impegnarsi a far  rispettare il suo diritto alla genitorialità, lo ha dimenticato in vita e dopo la morte. A lui che nella sua protesta non ha coinvolto moglie e figli, come speso invece accade oggi, e che è stato il primo padre che si è tolto la vita per protestare contro l’operato delle istituzioni e per rivendicare l’inalienabile diritto alla paternità, una comunità civile non può continuare a riservargli l’oblio. Sarebbe opportuno e doveroso dedicargli uno spazio vicino al luogo del sacrificio e, comunque, predisporre una targa a ricordo.

Auguri infiniti a mio figlio che mi può vedere solo quando la madre è di buon umore o ha altri impegni personali. A lui che, ieri sera, al telefono mi ha sussurrato di volermi tanto bene e di aver chiesto a Gesù Bambino di farlo stare per sempre con suo papà.

Auguri a tutti.

Federico (da tre anni espropriato della sua paternità con la benedizione delle istituzioni valdostane)

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Ti auguro molta fortuna quante sono le gocce di pioggia, amore quanti sono i raggi del sole, e molta felicità quante sono le stelle nel cielo. Auguri di Natale!

Se hai un sogno irrealizzato, hai sicuramente come obiettivo quello di farlo avverare. La felicità è un misto di sogni e realtà. Ti auguro quindi che questo Natale moltiplichi la tua capacità di sognare e ti porti tanta serenità! Tanti Auguri di Buon Natale!

Luigi

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Anche quest’anno incombono le feste natalizie, e per noi genitori separati purtroppo potrebbe accrescere la tristezza, perché è la festa per eccellenza  per i nostri figli e molti di noi genitori separati non potremmo condividere questa gioia con loro.

Mi sorge spontanea una domanda: ma quanti minuti, ore, giornate, festività ci siamo persi con i nostri figli? E quanti ancora ne perderemo?? Perché i minuti, le ore, le giornate, i mesi, gli anni passano in fretta e i nostri figli crescono senza di noi, senza il nostro apporto, senza i nostri abbracci e quando diventeranno adulti purtroppo potrebbero sentenziare: “io da piccolo/a non ho avuto il mio papà/mamma!”

Mi riferisco soprattutto al papà perché siamo oltre il 90% dei casi e tutto questo a chi lo dobbiamo attribuire?? Per molti di non certo alle nostre colpe. Molti di noi sono più papà affettuosi, premurosi che fanno i papà nel poco tempo a disposizione, a  360 gradi, che giocano, parlano, vestono, lavano, preparano cena o pranzo per i nostri figli, eppure, all’alba del 2013, siamo considerati da alcuni giudici, servizi sociali e mamme - ripeto - siamo considerati – e  utilizzo un eufemismo calcistico – di serie B o addirittura di serie C.

Tutto ciò non è giusto. Non è giusto, non è giusto per noi stessi, ma soprattutto non è giusto per i nostri figli. Non è giusto soprattutto  perché già la vita ci potrebbe riservare un destino beffardo, basti pensare agli ultimi casi di cronaca dove una persona con problemi mentali entra in una scuola elementare e spara, uccidendo 20 bambini innocenti. Vengono uccisi da bombe come in Afganistan, in Siria, in Palestina, in Israele, in Africa o da malattie impreviste come meningiti fulminanti o incidenti stradali   che in qualsiasi momento potrebbero toglierci la possibilità di non stare più con i nostri figli.

Ebbene noi abbiamo la fortuna di essere in salute e con i nostri figli e allora perché dobbiamo trascorrere solo qualche ora, qualche giornata addirittura neanche un minuto con loro??  Perché non possiamo condividere con loro chiacchierate  mattutine, serali, pomeridiane per capire i loro problemi, le loro gioie della vita??

Noi siamo  ai margini del loro cammino di vita e tutto ciò non è logico.

L’Italia si deve adeguare alle normative di paesi più evoluti come Francia, Olanda, Svezia, Finlandia, ecc.. dove i genitori sono considerati a tutti gli effetti genitori di serie A anche se separati.

Qualcuno pensava che il 21 dicembre sarebbe arrivata la fine del mondo ed io lo spero che la fine del mondo ci sia per quanto riguarda le sentenze ingiuste, per i servizi sociali inadeguati, per i modi di pensare, di certe mamme o papà il cui unico scopo è annientare psicologicamente l’altro a danno di piccoli indifesi come i nostri figli.

Basterebbe solo un minimo di buon senso affinché dal 2013 tutti noi potremmo trascorrere con tranquillità e serenità intere giornate con i nostri figli, parlare con l’altro genitore senza ripicche, gelosie, perché l’intelligenza e l’essere umano ne è capace. Potremmo tranquillamente fare a meno di avvocati, sentenze, giudici, servizi sociali per il bene nostro ma soprattutto per quello dei nostri figli!

Buon Natale e Buon 2013 da Maurizio.

 
QUALE TUTELA DEI FIGLI NELLE SEPARAZIONI? - 17 Giugno 2010 PDF Stampa E-mail

1970 - 2010: dal Divorzio all'Affido Condiviso.

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