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Grande dibattito sulle adozioni gay

ma dimenticano i figli dei separati


di Ubaldo Valentini

 

Da settimane i politici, le associazioni e le varie confessioni religiose discutono sulle adozioni gay. Ovviamente ognuno dal proprio punto di vista. Per fini elettoralistici, essendo alle porte le amministrative, c’è l’urgenza di fare questo salto in avanti per cancellare ataviche incrostazioni culturali che, a dire di molti, sono la negazione della civiltà odierna. La polemica o meglio il gioco delle parti non ci interessano anche perché la nostra associazione lotta da diciannove anni per la tutela dei diritti dei minori ad avere un padre e una madre e per il diritto alla genitorialità del genitore troppo spesso estromesso dalla vita dei propri figli.

Il governo e il partito che lo guida si vanta di aver apportato modifiche alle separazioni, riducendo di trenta mesi il tempo necessario per il divorzio e, in casi specifici, di aver delegato ai comuni la materia. Parliamo sempre di gestione di separazioni e divorzi tranquilli. La realtà, però, è ben diversa.

La conflittualità, alimentata spesso dal genitore collocatario/affidatario, riguarda la maggior parte delle coppie non più conviventi e tutti lo sanno, compresi i volutamente distratti politici. Tale conflittualità troppo spesso è provocata dai tribunali che non decidono o formulano provvedimenti iniqui e penalizzanti in primis i minori e il genitore che non vive con loro.

Ci sono poi i servizi sociali investiti “abusivamente” di un ruolo decisionale che spetta esclusivamente al giudice, come ci ha ricordato più volte Strasburgo.  La maggior parte degli operatori dei servizi sociali sono arroganti, presuntuosi, ideologicamente schierati e paladini della superiorità di genere nell’educazione dei figli. Sottraggono i figli ai legittimi genitori (per favorire strutture a loro collegate o collegate al partito di cui loro sono collettori di voti) o al genitore che osa chiedere il rispetto del proprio diritto ad una genitorialità equa.

Non parliamo della maggioranza dei giudici onorari, presenti nei tribunali minorili e nelle sezioni minorili delle corti d’appello, che dovrebbero affiancare i giudici con la loro esperienza scientifica e professionale ma che di fatto finiscono per sostituirli. Nessuno, proprio nessuno, valuta la professionalità e preparazione scientifica di questi giudici e degli operatori dei servizi sociali indispensabili per affrontare problematiche delicate che, se mal poste, finiscono per produrre danni irreversibili nei minori.

 

Sulla pelle dei minori sono state create strutture parallele al servizio sociale: educatori, mediatori, consulenti di tutto e di più, spazi protetti, case famiglia, famiglie affidatarie, comunità, ecc., che finiscono per inflazionare situazioni già critiche e per avallare la tesi che molti genitori non sono buoni genitori. Chi lo dice? Coloro che, molto spesso, pontificano in nome delle poche nozioni lette sui libri e non sulla documentata e consolidata esperienza sul campo.

 

La psicoterapia e la mediazione non possono essere imposte, come recita la Suprema Corte, ma ugualmente si continua ad imporle a ignari genitori che, per stare qualche ora in più con i figli, finiscono per accettare di tutto e di più.

Le Ctu (che pagano ambedue i genitori) sono all’ordine del giorno e il genitore avrebbe il diritto alla difesa tramite un proprio Ctp che spesso non può permettersi non avendo i soldi per pagarlo. La madre, spesso senza reddito ufficiale, non paga nemmeno il 50% della consulenza predisposta dal giudice.

In questo grande mare della confusione e della diffusa illegalità occorre con la massima urgenza fare chiarezza, predisponendo un protocollo nazionale che regoli, in modo dettagliato e vincolante, la gestione di questa materia.

E’ inammissibile che i genitori non possano conoscere in anticipo l’attività che le strutture pubbliche attiveranno sui propri figli e su di loro in presenza di specifiche e motivate problematiche. Tutti gli incontri devono essere videoregistrati e messi immediatamente a disposizione delle parti. In alcuni casi le videoregistrazioni potrebbero essere sostituite da verbali dettagliati e sottoscritti dai diretti interessati.

E’ inammissibile che non ci sia il contraddittorio tra le parti e che i genitori o il genitore venga estromesso dai figli solo su richiesta di controparte e senza il pur minimo approfondimento delle accuse.

Gli incarichi di giudice onorario e di Ctu devono essere dati solo a quelle persone che hanno superato un esame di ammissione per essere inseriti nelle liste presenti nei tribunali, abbandonando la logica clientelare e/o rispettosa di lobby e della politica. Solo così si garantirà efficienza, trasparenza e rispetto delle persone.

La politica ha emesso tanti proclami sul divorzio breve, sul condiviso, sull’abolizione dei tribunali minorili, sui servizi sociali ma si è dimenticata di dire che l’attuale inefficienza delle strutture e delle istituzioni preposte alla tutela dei minori è dovuta proprio dalla mancanza di leggi chiari e vincolanti per tutti. Un giorno o due di discussione in parlamento e l’attuale ingiustizia dilagante nelle separazioni e nell’affido dei figli verrebbe debellata. Ma non è così, perché?

Manca la volontà di farlo per non colpire troppi interessi economici che stanno dietro alle separazioni, ai divorzi e ai servizi offerti. Il voto conta e tanto.

Allora parliamo delle adozioni gay – che riguarderanno poche decine di minori -  come di una priorità nazionale di civiltà, mentre dimentichiamo che tantissimi bambini – centinaia di migliaia - per la indifferenza dei politici e delle istituzioni avranno una esistenza infelice, umiliante ed opprimente. I gay votano, i bambini no. I genitori vengono ignorati. In tutti i sensi. Forse si dimentica che loro votano e sono in tanti.

 

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