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Venerdì 24 Maggio 2019 09:33

 
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Venerdì 26 Aprile 2019 16:53

La metamorfosi della politica valdostana


Il pericoloso diktat di Fosson e Baccega


Secondo il presidente e l’assessore alle politiche sociali della Valle d’Aosta l’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori non deve “intromettersi” negli atti della Regione che gode di funzioni indipendenti ed autonome, quindi private e non soggette a controlli esterni.

Avv. Gerardo Spira*

Tra il 12 e 13 marzo u.s. la nostra associazione, che da dodici anni opera ad Aosta con una propria sede regionale, proseguendo nelle iniziative intese a dare un contributo costruttivo per la risoluzione di alcuni aspetti burocratico-gestionali nelle questioni istituzionali delle separazioni, ha  promosso un programma di incontri col  pubblico, interviste con Rai 3, Radio Proposta in Blu e settimanali, ed ha partecipato all’audizione assunta dalla V commissione regionale sulla deliberazione proposta dalla giunta con argomento: “Approvazione delle procedure da applicare nelle fasi in carico di nuclei familiari con minori interessati da provvedimenti da parte degli organi giudiziari”.

La notizia riportata dalla stampa locale e regionale ha sollevato l’ira di Fosson e Baccega, i quali hanno giudicato il comportamento dell’associazione un atto “di intromissione” negli affari interni della Regione.

O Dio! Abbiamo sbagliato territorio? No. Incontri e dibattiti sono avvenuti nella Valle d’Aosta, Regione che non ricade in altro Stato, ma in Italia, nello Stato a regime repubblicano, insorto dopo il referendum del 1946 e suggellato dalla Carta costituzionale del 1948. Dunque ragioniamo in forza dei principi della Costituzione e delle leggi italiane.

Gli Associati della Valle d’Aosta, cittadini italiani, da tempo lamentano difficoltà di rapporti con le Istituzioni regionali: impossibilità ad accedere agli atti amministrativi, carenza dei principi di trasparenza e dei procedimenti amministrativi nelle questioni che riguardano le separazioni e i relativi rapporti.

L’associazione, prima di qualsiasi iniziativa pubblica, ha sempre preso contatti con Consiglieri, assessori e con gli stessi uffici, informandoli sulla problematica segnalata dai cittadini, sollecitando opportuni controlli e proponendo necessariamente la regolamentazione delle attività dei servizi sociali, come previsto dalla legge 241/90.  A tale scopo ha depositato un Regolamento di disciplina, specificamente per i servizi sociali sull’accesso agli atti, sulla trasparenza e sul procedimento amministrativo al fine di garantire tutti i soggetti coinvolti, soprattutto per i figli separati dai genitori e ingiustamente allontanati dal diritto fondamentale di proseguire una vita senza ostacoli e pregiudizi tra il padre e la madre. Gli eventi, soprattutto nella Valle d’Aosta, hanno dato risultati negativi e molto allarmanti, non certamente da sottovalutare da una società orientata al benessere della famiglia, come intesa dalla cultura del Nostro Paese, che si manifesta aperta e rispettosa dei diritti di tutti, nel solco dei principi costituzionali.

In tal modo l’Associazione si è espressa e così ha parlato durante l’ascolto del 13 marzo scorso davanti all’apposita commissione regionale, curando anche di depositare una nota a riguardo.

 

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Mercoledì 17 Aprile 2019 10:32

L’allegra gestione della Sanità Umbra e non solo.


Il concorso? Lo "gestirà il sistema"


di Ubaldo Valentini*

Era nell’aria. Si sentiva nel silenzio opaco del clima politico. Si intuiva nelle risposte frettolose. La pentola scoperchiata ha cominciato a sversare la prima bava schiumosa di un sistema colluso in cui convivevano comodamente politica e gestione. Se così è, nel rispetto delle garanzie costituzionali che accompagnerà l’inchiesta, si aprirà una nuova stagione politica. E’ stata aperta la finestra su di un mondo in cui i cittadini umbri per anni, tanti, hanno votato con la convinzione di scegliere persone e rappresentanze garanti della legalità e degli interessi di tutta la comunità. Se così non è, gli eventi apriranno altre porte. E forse dobbiamo aspettarci ancora il peggio.

E’ minata la fiducia e la credibilità dello Stato, tanto decantato: Stato di diritto.

Noi, che abbiamo sofferto le difficoltà dei rapporti con le istituzioni, col senno di poi, apriamo una pagina di riflessione sull’evento, allargando il pensiero a tutto il mondo di responsabilità e di controllo che circonda, collabora e lavora nel vasto mare della gestione del danaro pubblico. Si, in fondo tutto si muove intorno ai soldi e agli interessi singoli e di gruppi, di associazioni e cooperative, come una rete ben tessuta e guidata. Chi è dentro, sa come accade e comincia ad aver paura. Chi è fuori, vuol sapere e aspetta di conoscere che fine ha fatto la sua denuncia contro irregolarità e abusi. Il muro costruito a secco, con pietre sistemate una per una, senza il cemento del diritto, regge fino a quando una mano ignota non toglie la pietra chiave. Questa fa crollare l’intera costruzione.

Ora si pone il problema dei diritti rubati al cittadino che ne aveva titolo, il danno subito a tutta la comunità, la rimozione di burocrati collusi che hanno fatto carriera attraverso la via breve di copertura politica. Si pone il problema della Corte dei Conti che sarà costretta a verificare la regolarità dei conti e dei contributi erogati ad associazione e cooperative, sulla base di linee tracciate in una sola direzione. Si pone il difficile problema degli accertamenti in cui direttamente e indirettamente un mondo molto vasto di soggetti ha beneficiato della gestione di favore di una consociazione politica chiacchierata, cristianamente tollerata. L’Umbria ha il primato della cultura, dell’azione con la santa benedizione. Quando lo Stato non funziona la responsabilità si fa ricadere su tutte le istituzioni che costituiscono il castello organizzativo. Quando invece funziona e funziona bene, si attribuisce il merito al corretto uso degli strumenti di vigilanza e di controllo, oppure il sistema è stato ben organizzato fino al centro. Ciò fino a quando il gran vegliardo della Giustizia non si sveglia. In tal caso nessuno si salva, neppure chi aveva il dovere di vigilare e di controllare. Almeno così dovrebbe essere nello Stato di diritto.

Nella Regione Umbria la politica ha agito per troppo tempo in silenzio. E’ giunto il momento storico di voltare pagina, di aprire le porte della casa comune, di aprire gli armadi e di dar conto pubblico di una gestione definita “di andazzo” ultrannuale. E’ tempo di rompere il cordone delle clientele. Ma soprattutto di allontanare o meglio di mettere al bando la cultura della “gestione di sistema”.

Chi ha sbagliato si allontani e consenta alla Giustizia di fare il suo corso senza sconti per nessuno.

Da anni denunciavamo abusi e spreco di danaro pubblico. Nessuno ci ascoltava, nemmeno i partiti di opposizione. A testimonianza di ciò alleghiamo nuovamente articoli-denuncia uscite su questo sito.

* presidente “Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori”.

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Giovedì 04 Aprile 2019 18:05

Valle d’Aosta: Regione speciale


La giunta regionale non ha dubbi sul suo operato


Al presidente della giunta, dott. Fosson, avevamo avanzato la richiesta di sottoporre le nomine dei coordinatori regionali al parere di legittimità dell’organo di controllo della Corte dei Costi della Valle d’Aosta perché secondo noi illegittime in base alla sent. 37/2015 della Corte Costituzionale. Nella emittente locale Bobine.Tv il presidente e l’assessore Baccega ci hanno risposto, sostenendo che tutto è regolare e che, pertanto, non chiedono nessun parere di legittimità.

Il solerte assessore, poi, ci accusa di interferenza sull’attività della giunta e, di conseguenza, è sua intenzione procedere nei nostri confronti. Con tanti guai giudiziari – che potrebbero riservarci anche altre condanne – i solerti politici di rango si preoccupano di perseguire chi chiede trasparenza e lo fa a norma delle leggi vigenti. Non solo. Hanno fatto una difesa delle nomine, inguaiandosi ulteriormente, a nostro modesto parere.

Questa la nostra valutazione dell’intervista in risposta.

“Il presidente Fosson e l’assessore Baccega, il 29 u.s. al microfono di Bobine.Tv, hanno risposto negativamente alla nostra sollecitazione, alla luce della sent. 37/2015 della Corte Costituzionale, di richiedere un parere legittimità alla Corte dei Conti sulle recenti nomine dei coordinatori e dirigenti regionali, mentre hanno dedicato quasi tutto il tempo ad elogiare una dirigente promossa, secondo il “buon senso”(?), coordinatrice, nonostante fra qualche mese andrà in pensione.

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Venerdì 29 Marzo 2019 20:04

Se n’è parlato ad Aosta


Spese ordinarie e spese straordinarie per i figli


Per i genitori separati è piuttosto complicato comprendere come ci si deve districare tra le pieghe della legge in materia di “Spese ordinarie e spese straordinarie per i figli”. A tale proposito, l’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori, sede regionale Vda, ha organizzato  un incontro pubblico tra i genitori separati valdostani e l’avvocato Francesco Valentini, del foro degli avvocati di Perugia. L’incontro monotematico, il primo di una serie sul diritto di famiglia, ha fatto seguito a un ciclo di dibattiti pubblici in materia di separazione, divorzio e affido minori che si sono svolti ad Aosta negli ultimi sei mesi, nel corso dei quali i separati hanno avanzato la precisa richiesta di brevi lezioni sui diritti dei separati e dei loro figli. Durante la serata del 20 marzo 2019, l’avvocato Francesco Valentini ha spiegato che “la scarsa chiarezza sulle spese straordinarie, causa di conflittualità genitoriale, è dovuta al vuoto legislativo e alla costante giurisprudenza che non riescono ad accordarsi neppure su quali siano le spese ordinarie coperte dall’assegno di mantenimento che l’obbligato versa per i figli e su quali siano da considerarsi  straordinarie, cioè, imprevedibili all’atto della determinazione dell’assegno di mantenimento per i figli, occasionali, necessarie e di rilevanza economica. La loro non determinazione, all’atto della separazione, è sempre causa di conflitti tra il genitore collocatario e l’altro, l’obbligato a pagare, perché sovente non viene prevista la obbligatorietà del consenso preventivo.

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Venerdì 29 Marzo 2019 16:46

 
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Venerdì 29 Marzo 2019 16:34

Valle d’Aosta: Regione speciale


La Giunta regionale nomina i coordinatori

con una procedura del tutto anomala?


La Regione, in data 22 c.m., con la delibera di giunta n. 371, ha deliberato il “Conferimento di incarichi dirigenziali di primo livello dell’amministrazione regionale a dirigenti appartenenti alla qualifica unica dirigenziale, a far data dal 1° aprile 2019. Attribuzione del relativo trattamento economico”, cioè sono stati dichiarati disponibili tutti i posti di primo livello per il coordinamento dei dipartimenti riportati in atti, incaricando per la copertura degli stessi i dirigenti in possesso della qualifica unica, per la dichiarazione di interesse manifestata dagli stessi.

Tali nomine, a nostro modesto parere, non sono regolari perché la qualifica unica, come per legge, va conferita in modo stabile a seguito di una procedura concorsale e nella delibera non si specifica che i predetti dirigenti incaricati risultino legittimati ai fini dello sviluppo della carriera e della funzione in ragione dei concorsi per qualifica ricoperta e da ricoprire.

Fra i nominati ci sono dirigenti che andranno in pensione fra qualche mese e tali promozioni, per legge, non sono ammesse proprio perché sarebbe un indebito premio a fine carriera per un maggior consistente trattamento di fine rapporto di lavoro (di svariate decine di migliaia di euro in più) e di un consistente incremento della pensione (raggiungendo, così, oltre diecimila euro al mese).

E’ un atto che comporta una elevata spesa pubblica (con ricadute anche negli anni futuri) regionale e nazionale a scapito dell’erogazione di servizi ai cittadini valdostani.

 

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Martedì 19 Marzo 2019 12:47

Festa del papà, ma solo per pochi!


Oggi è il giorno in cui la società ipocrita prende in giro i figli, i nipoti, i minori.  Oggi ricorre il giorno di S. Giuseppe, il grande padre putativo di Gesù che presentò all’umanità, come suo, il figlio dello Spirito Santo.

S. Giuseppe, protettore dei papà, proteggi tutti i padri del mondo.

Proteggili dalle madri cattive che impediscono ai figli di vivere con i propri padri, ma soprattutto proteggili dalle cattiverie di operatori dei servizi sociali e di giudici dei tribunali italiani che con tanto ardore si affannano a discriminarli nelle separazioni. Buon compleanno anche ai loro padri.

A tutti i padri separati va invece il mio pensiero. Che almeno oggi possiate fare nel segreto dell’animo la festa a tutti questi personaggi. (un papà, oggi nonno)

***

Nella sinteticità dei concetti, questo padre e nonno ha detto tutto e lo ha detto con l’ironia di chi non resta indifferente dinnanzi ai quotidiani maltrattamenti subiti da tanti papà che lottano contro l’arroganza delle istituzioni che vorrebbero annientare la loro genitorialità siano essi tribunali, servizi sociali, società di genere e forze politiche che, invece di pretendere la giusta e piena applicazione dell’affido condiviso approvato nel 2006 ma solo raramente applicato nelle sentenze, cercano di creare ulteriori impedimenti all’esercizio della paternità in nome di una costosa mediazione familiare e di una fantasiosa figura del coordinatore familiare, anch’esso a pagamento da parte dei genitori non più conviventi e in conflitto tra loro, riducendo di fatto il diritto alla separazione e al rispetto della co-genitorialità.

E il business sui minori continua indisturbato. Il mantenimento diretto dei figli e l’affido condiviso paritetico erano contenuti già nella l. 54/2006 ma solo raramente tali principi vengono rispettati dai giudici, come ha evidenziato il tribunale di Brindisi con le sue “Linee guida” che oggi, lentamente, vengono applicate in un numero crescente di tribunali.

Noi, come associazione di genitori separati (e non padri separati, come alcuni vorrebbero etichettarci) da ventidue anni lottiamo, in tutta Italia, per l’affermazione del principio della co-genitorialità, consapevoli che la bigenitorialità è un innegabile diritto naturale e non una conquista di qualche “avventuriero” che, in concreto, non aiuta i genitori a tutelare i propri figli ma che, invece, si preoccupa principalmente di tutelare avvocati, psicologi, servizi sociali e tutto il mondo delle cooperative sociali che vi gravita attorno con i soldi dei cittadini.

Applichiamo il diritto familiare esistente e lasciamo perdere disegni di legge propagandistici, fortemente ideologici ed espressione di integralismi socio-religiosi che, per fortuna, non ci appartengono più, i quali vorrebbero ulteriormente ghettizzare i padri e condannare i genitori a rinunciare alla separazione per gli alti costi che essa comporta e che, loro, non potrebbero sostenere. Certe recenti proposte di legge hanno avuto l’effetto di ricompattare il mondo femminile, le associazioni di genere e i centri antiviolenza che rimpiangono l’epoca del matriarcato e che coprono le frequenti violenze che gli uomini subiscono nell’ambito familiare e le diffuse e palpabili discriminazioni genitoriali dopo la fine della convivenza. Nasce il sospetto che, tutto sommato, pseudo riformatori e politicanti di genere e le organizzazioni di genere convergano volutamente sulle stesse finalità.

I padri, però, devono far valere i propri diritti genitoriali sia nelle aule dei tribunali che nella società, pretendendo (da giudici, servizi sociali e avvocati) il rispetto del diritto italiano che deve essere applicato, e non interpretato con pseudo teorie psicologiche improvvisate, poiché “la legge è uguali per tutti” è scritto nelle aule di giustizia dove vengono decretati il destino dei figli con genitori non conviventi e la sorte del malcapitato genitore estromesso, in concreto, dalla loro vita. E’ ora che i padri dicano basta al business che da decenni circonda le separazioni e alle associazioni – a migliaia e che quotidianamente sorgono come funghi – che a parole affermano di tutelare gli interessi dei minori e dei loro genitori, mentre in concreto tutelano prevalentemente altro: avvocati, psicologi, cooperative sociali e scaltri personaggi politici.

Festa del papà? No, festa dell’ipocrisia che, nell’indifferenza di molti e nell’impotenza di tanti, offende principalmente i figli dei separati! Ubaldo Valentini

 
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