Giovedì 07 Luglio 2022 16:41 |
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Protocollo sulle spese straordinarie:
strumento capestro per i padri separati
Gentile associazione, sono un padre di tre minori che ogni mese sono costretto a sborsare un botto di soldi per le spese straordinarie che mi vengono imposte secondo un protocollo inventato dai giudici e avvocati locali per le quali devo solo pagare senza poter intervenire sia sulla loro opportunità, sulle mie possibilità economiche che sulla scelta dove effettuarle. Mi sono opposto ma il giudice mi ha condannato anche a pagare il legale alla mia ex-compagna!
Certe spese sono coperte dall’assegno di mantenimento e le altre “costano” di più perché la madre sceglie professionisti “amici” e compiacenti e negozi molto cari. E’ giusto tutto questo?
Sono arrabbiato e mi sento “violentato” dal tribunale e dai legali che, per vocazione, troppo spesso tutelano solo le loro parcelle. Cosa possiamo fare noi genitori di sesso maschile, ostaggi delle “lobby” istituzionali e professionali? Ringrazio per la eventuale risposta. (chiamata telefonica al 347.6504095).
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Abbiamo da sempre combattuto questi protocolli sulle spese straordinarie, che sono una vera e propria espressione di un consolidato potere che non dovrebbe trovare spazio in chi amministra la giustizia. Ma, purtroppo, non è così. Nella maggior parte dei tribunali la madre è intoccabile e i protocolli sulle spese straordinarie ne sono una palese dimostrazione. Non spetta ai giudici formulare e sottoscrivere “protocolli” per la gestione delle spese straordinarie, ai quali si fa riferimento nelle sentenze, poiché a loro, istituzionalmente, compete applicare la legge, così come hanno voluto i legislatori.
I veri tutori dei minori sono i loro genitori, ma non i legali, di cui, della conflittualità per l’affido dei minori e per le separazioni, troppi ne hanno fatto un business economico. Non si comprende, pertanto, come i legali possano sostituire i genitori nella stesura di un protocollo “illegale” (cioè, privo di valenza giuridica) e come il contestato protocollo possa “imporre” al genitore non collocatario/affidatario spese che sono da sempre ritenute ordinarie e coperte dall’assegno di mantenimento.
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Venerdì 01 Luglio 2022 08:50 |
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Quando si boicottano i rapporti figli-padre
La madre decade dalla responsabilità genitoriale
La Cassazione (ord. n. 19305/2022, pub. il 15.06.2022) ribadisce che decade dalla responsabilità genitoriale la madre che manipola i figli contro il padre. Fa proprie le indicazioni di precedenti ordinanze della Corte stessa, che, senza esprimersi sulla scientificità della sindrome da alienazione genitoriale (pas), affermavano la obbligatorietà per il giudice di aprire immediatamente la procedura per il relativo accertamento, una volta venuto a conoscenza del rifiuto dei figli ad intrattenere rapporti con il padre. Con questa ulteriore ordinanza, ancora una volta, viene smentita la imperante lobby di genere, che definisce la madre sempre un genitore perfetto, vittima delle angherie del padre, e, pertanto, tuona contro tutti se vengono messe in discussione le sue capacità genitoriali, perché, lei non è mai responsabile del mancato rispetto della bigenitorialità e della cogenitorialità.
Non si comprende come sia possibile che troppi tribunali non facciano mai accertamenti sulle responsabilità della madre collocataria nel rifiuto del figlio a vedere e frequentare il padre. Anzi, troppi giudici ritengono – senza minimamente conoscere la psicologia infantile e dell’età evolutiva - il rifiuto del figlio come una sua “libera scelta”, anche quando è piccolissimo e ripete frasi non sue. La madre, per troppi tribunali, è intoccabile.
La Cassazione, con questa ordinanza, facendo riferimento a precedenti suoi provvedimenti, ha ribadito il dovere del giudice ordinario di fare accertamenti sulle responsabilità del genitore presso cui abitualmente vive il minore in presenza di un suo rifiuto di intrattenere rapporti (visita, permanenza e telefonate) con l’altro genitore. Fenomeno, questo, assai diffuso e causa di una conflittualità che può arrivare anche a gesti estremi verso la propria e altrui vita e che la stampa, troppo spesso, sottovaluta. Molti genitori, a causa del rifiuto dei figli a relazionarsi con loro, come la Valle d’Aosta c’insegna, presi dalla disperazione, si tolgono la vita o, come in altre parti d’Italia, ricorrono anche ad altre inaccettabili forme di violenza contro i figli e la loro madre.
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Venerdì 17 Giugno 2022 16:09 |
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I centri estivi non sono una spesa straordinaria
avv. Francesco Valentini*
Ogni anno, in questo periodo, il tema di chi debba pagare i centri estivi, campus e oratori per i figli che restano a casa nel periodo estivo costituisce occasione di discussioni tra i genitori non più conviventi. Il genitore collocatario pretende che la quota di iscrizione sia ripartita al 50% tra i due genitori, ritenendola una spesa straordinaria che rientrerebbe nelle spese ludiche e sportive o, per altri, tra quelle socio-culturali. Anche se i protocolli dei tribunali concordano nel considerarle spese straordinarie, alcuni, però, prevedono l’obbligatorio preventivo consenso dei genitori.
Le varie versioni dei protocolli sulle spese straordinarie, formulati e sottoscritti da magistrati ed avvocati del foro locale, con la incomprensibile esclusione dei genitori, cioè degli unici titolati a decidere sui propri figli, formulano indicazioni divergenti tra loro, talvolta anche in contrasto con il diritto e con la giurisprudenza. Questi protocolli hanno un valore solo indicativo, ma non vincolante, poiché la determinazione delle spese straordinarie, si fa caso per caso e spetta al giudice, che deve tener conto delle disponibilità economiche reali dei genitori, soprattutto di quello che paga anche l’assegno di mantenimento dei figli. I protocolli non sono vincolanti, perché ai giudici compete applicare la legge e non legiferare e gli avvocati sono procuratori che rappresentano i genitori e non possono sostituirli nemmeno nella stesura e firma di questo inopportuno documento.
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Venerdì 17 Giugno 2022 15:52 |
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Nella gestione dei servizi sociali
Per i solerti politici della Valle d’Aosta
esistono, da sempre, figli e figliastri
Ad ogni indifferenza del potere politico sui problemi dei cittadini occorre rispondere puntualmente e con energia, richiamando gli amministratori locali e regionali ai propri doveri istituzionali, assunti con l’accettazione della elezione e delle cariche amministrative. Non è facile farlo, perché le promesse elettorali vengono sempre dimenticate quando i politici devono affrontare l’amministrazione pubblica e quando al dire bisogna far seguire il fare.
Il sociale – per entrare nel tema di questo intervento – deve essere rigorosamente programmato, con scelte chiare e trasparenti, rendendo pubblica la sua gestione e i risultati dei continui monitoraggi, come la legge impone, con la valutazione dell’operato delle istituzioni e dei loro operatori, prevedendo, se quest’ultimi dovessero risultare inadempienti, provvedimenti disciplinari e la cessazione del rapporto di lavoro. Dinnanzi alle continue segnalazioni di inefficienza istituzionale – e, talvolta, anche di abusi da parte degli operatori – da parte dei cittadini, la politica, regionale e comunale, continua a fare orecchi da mercante, a dispensare favori e a praticare uno sfacciato clientelismo su cui la magistratura dovrebbe indagare.
La politica valdostana per i minori e per i loro genitori non più conviventi non può continuare a delegare senza riscontri il settore sociale, complesso e degno di professionale attenzione, ad una struttura pubblica troppo spesso obsoleta, inadeguata, inaffidabile, clientelare, settaria e disinformata, quali sono i servizi sociali, che, nell’affido dei minori, hanno intollerabile responsabilità e creano quasi sempre discriminazioni verso il padre.
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Giovedì 09 Giugno 2022 17:44 |
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Giovedì 09 Giugno 2022 17:17 |
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Domenica 12 giugno
Votare i referendum sulla giustizia
per rispettare un diritto del cittadino
La superficialità nell’amministrazione della giustizia minorile in Italia è palpabile poiché troppi, ma troppi, magistrati non sempre operano per la tutela del superiore interesse dei minori e per le pari opportunità genitoriali e, nonostante le proteste delle associazioni e degli stessi legali, si continua a tollerare sentenze “fotocopia” dove talvolta i giudici che le sottoscrivono si dimenticano perfino di cambiare nell’intero documento nomi ed età dei figli presenti in quello originale copiato con periodi identici.
Non diamo indicazioni di voto poiché ciascuno esercita la propria libertà ma sollecitiamo i genitori separati, i figli dei separati e i nonni ad andare a votare perché il referendum, altrimenti, non sarebbe valido, penalizzando chi voleva esprimere la propria opinione in merito ai quesiti sulla giustizia sottoposti al voto, e spreca soldi pubblici per un esercizio democratico non andato a buon fine e, pertanto, inutile.
I genitori non più conviventi che hanno sperimentato il malfunzionamento delle istituzioni incaricate a tutelare i loro figli hanno idee ben chiare sulla superficialità di troppi magistrati che invece di decidere, caso per caso, ripropongono schemi consolidati e protocolli che non sono, invece, vincolanti e stipulati da giudici e avvocati con la totale esclusione dei genitori, cioè degli unici titolati a parlare dei propri figli.
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Giovedì 09 Giugno 2022 17:12 |
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AostaOggi.it: rubrica online
Parte da oggi sul quotidiano online “AostaOggi.it” una rubrica settimanale - che esce ogni giovedì - denominata “La coppia che scoppia” per affrontare le problematiche della Valle d’Aosta legate alle separazioni, ai divorzi e all’affido dei figli quando la convivenza dei genitori è finita. La rubrica è gestita dalla nostra associazione e c’è da sperare che certe consolidate incongruenze istituzionali vengano superate con lo stimolo - anche se talvolta non potrà essere che critico - dei genitori, titolati a difendere i propri figli e ai quali tutte le istituzioni, compresi i servizi sociali, devono rendere conto, combattendo le speculazioni di tutte le lobby che circondano questo redditizio settore.
Ridateci i nostri diritti
La coppia che scoppia è un fatto culturale e sociale che segna la fine di una relazione affettiva, come accade in tutte le società libere. Le nostre istituzioni, troppo spesso, però, non tutelano i membri della coppia nè i loro figli ed arrivano, nei fatti, a negare i loro inalienabili diritti, nell’indifferenza di chi ha il dovere del controllo e delle garanzie istituzionali.
I politici nazionali – a cui compete legiferare sul diritto minorile e sui diritti dei cittadini – ed a quelli locali – per quel che concerne la loro competenza su contributi pubblici e per i procedimenti amministrativi che disciplinano i servizi locali incaricati di monitorare questi nuclei familiari – parlano delle problematiche legate al venir meno della convivenza tra i genitori solo per fini elettorali e propagandistici, guardandosi bene, però, dal “disturbare” alcuni giudici “autonomisti” e i servizi locali incaricati di monitorare questi nuclei familiari, cioè il loro fiore all’occhiello dei loro colleghi da cui – di fatto – dipendono gli enti locali. Non esiste, in molti tribunali, il rispetto reale dei diritti dei figli e dei loro genitori, sanciti dalla Costituzione e dal diritto civile.
I diritti negati non è una nostra invenzione, ma l’amara constatazione di chi sperimenta quotidianamente sulla propria pelle il fatto che la legge non è uguale per tutti.
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Venerdì 18 Marzo 2022 19:46 |
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Lasciamo stare S. Giuseppe?
… lui non c’é!
Mi sono svegliato di soprassalto! Lo squarciante fischio dei motori degli aerei supersonici mi ha interrotto il sonno, in questa notte di grande preoccupazione. Da qualche giorno nel tratto di cielo verso Napoli, i segnali di cupe e sospettose notizie di guerra rompono l’aria anche dalle parti nostre. Tornano i ricordidel secondo conflitto mondiale che mi sono rimasti dentro come qualcosa che non se ne va più, con tutto il turbinio degli eventi che allora ci facevano trovarerifugio sotto un oliveto intorno al vecchio castello, col naso e lo sguardo rivolto in alto, al passaggio dei rumorosi quadrimotori americani che andavano a scaricare il materiale bellico sulla città di Napoli.
Allora, bambino, di una famiglia numerosa. Eravamo in sei, uno dietro l’altro. Con mia sorella, la prima, avevamo compiti assegnati nella fuga verso il rifugio, con la responsabilità organizzata di coperte e degli altri fratelli più piccoli. Rito che si svolgeva tutte le notti. L’allarme delle sirene mi è rimasto in un angolo del cervello che si risveglia al passaggio di aerei militari. Dopo qualche ora di rumore dei quadrimotori, si restava in attesa del ritorno, dopo aver scaricato le bombe della missione. Sull’orizzonte tra Capri e Punta Campanella, si alzava un inferno rosso di fuoco tra bagliori intercalati da fragorose esplosioni.
Al suono di fine allarme i miei genitori: “Ragazzi ritorniamo a casa”. Quello era il periodo della mia età dei giochi che non ho conosciuto e che mi hanno anticipato la fanciullezza, buttandomi direttamente in quella altra età che viene chiamata della maturità dell’uomo. Periodo questo in cui ho sentito e mi tengo stretta la presenza continua di mio padre e mia madre. La loro presenza, con tutte le enormi difficoltà della vita, è stata la guida sicura e forte che non ha consentito a nessuno dei figli di deviare dalla strada rigorosamente tracciata e indicata. Le difficoltà erano il cemento condiviso della responsabilità di entrambi i genitori e di tutti quelli di quell’epoca per ricominciare a costruire il futuro che abbiamo presente. Conflitti e discussioni avvenivano anche in nostra presenza, senza che alcuno di noi intervenisse, restando“accucciati” in un angolo, in attesa che la discussione finisse per fatti ed episodi che riguardavano i nostri comportamenti e la vita di tutta la famiglia. E la discussione finiva, tutto tornava come prima.
Tra pensieri e ricordi mi riaddormento di nuovo, con la serenità del falso allarme. Improvvisamente mi compare davanti una figura con la barba, un uomo di tempi antichi, vestito con abiti lunghi, sporchi e trasandati. Chi è? chiedo. “Sono S. Giuseppe, il padre di Gesù”. Dal portamento sicuro, il Santo si para davanti adirato, con lo sguardo di fuoco, le maniche della camicia riavvolte sulle braccia e i pugni stretti, come per minacciarmi. Subito gli chiedo: “Perché sei adirato con me?”. E lui:“Tu scrivi di problemi di famiglia, di genitori e di figli. E lo fai in tutte le occasioni in cui “la sacra famiglia” è messa in discussione. Sono qui per lasciarti un messaggio che devi divulgare.
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