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Martedì 16 Ottobre 2012 16:37

Le devianze minorili
nelle famiglie separate

di Marco Bozzi – Paola Agostino – Patrizia Chiavassa ©

Gli psicologi Bozzi, Agostino e Chiavassa, membri del Gruppo di ricerca in Psicologia Criminale del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, coordinato dalla prof.ssa Georgia Zara, hanno affrontato,, durante un convegno tenuto ad Aosta il 18.6.2011, la tematica delle devianze minorili tra i figli dei separati, fenomeno che sempre più emerge dalla cronaca giudiziaria. Le tematiche trattae sono:Devianza, comportamento antisociale, delinquenza e criminalità” (dott.ssa Paola Agostino), “La delinquenza giovanile” (dott.ssa Patrizia Chiavassa) e i relatori si sono posti l’interrogativo se “Esiste una relazione tra devianza minorile e genitorialità?” (dott. Marco Bozzi). Pubblichiamo il testo integrale dei loro interventi. I relatori sono professionisti che lavorano a contatto con i giovani e che seguono da tempo questo particolare filone di indagine psicologica.

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Martedì 16 Ottobre 2012 16:29

Amore convergente:
la sessualità nella coppia in crisi

© Alessandro La Noce*

 

Quanto conta il sesso nell’unione di coppia? Secondo alcuni è fondamentale, per altri non è affatto importante, resta il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi di rottura dell’unione possiamo verificare a posteriori quanto la vita sessuale era comunque deficitaria, per non dire del tutto insoddisfacente.

Questo ovviamente anche se poi ognuno è portato a cercare motivi e giustificazioni molto più intellettuali.

 

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Giovedì 13 Settembre 2012 17:00

In Umbria

Al via ciclo di iniziative socio-culturali

per vivere meglio la separazione

 

L’Associazione Genitori Separati, in collaborazione con professionisti e istituzioni pubbliche e private, a partire da ottobre e fino a maggio del prossimo anno,  organizza una serie di iniziative socio-culturali per meglio affrontare le problematiche legate alla separazione e al divorzio, con particolare attenzione ai minori, figli di separati. Verranno ripresi anche gli incontri dei gruppi di mutuo-auto-aiuto. Le iniziative verranno dislocate nelle maggiori città della regione.

Ad ottobre, come da allegato programma, avrà inizio un corso in due moduli con riflessioni sulle tematiche sociali e psicologiche legate alla separazione e sull’essere genitore in un nuovo contesto familiare. Il corso costituirà  occasione di confronto fra separati per avere idee più chiare su come vivere la separazione anche in presenza di paure e dubbi. Il corso è tenuto dalla dott.ssa Sabina Brinkhoff psicologa, che da anni segue le problematiche della separazione e dei minori, anche per conto dei tribunali ordinari e minorili.

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Venerdì 27 Luglio 2012 17:56

Abbiamo bisogno di cambiare la legge sull’affido condiviso perché non viene applicata nei tribunali. Alcuni giudici ancora continuano ad identificano il congiunto con il condiviso e pur facendo riferimento alla L.54/2006 ma i provvedimenti emessi parlano la vecchia prassi in vigore dal 197: centralità della madre e ruolo economico al solo padre. Nuovi progetti, nuovi assalti alla diligenza della genitorialità da parte di politici, professionisti, istituzioni pubbliche e legali e nuova ricerca di consensi particolarmente necessari in questi momenti di totale sfiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni e nei partiti.

Cambiare l’affido condiviso non serve

se non si cambia la cultura sui minori

di Ubaldo Valentini *

La riforma del diritto di famiglia del ’75 parlava di bigenitorialità e precisava che l’affido dei minori doveva avvenire dopo una seria valutazione delle specifiche capacità educative dei singoli genitori e che doveva essere privilegiato quello più idoneo a curare la loro crescita psico-fisica, affettiva e culturale. L’affido non era affatto ad esclusivo “appannaggio” della madre, come poi invece si è rivelato, e il padre non doveva avere il solo ruolo di padre economico. Al giudice spettava interpretare la legge ma senza quella discrezionalità talvolta inopportuna che, invece, ha finito per privilegiare sempre e comunque la madre. Il vero problema - allora per la novità del divorzio come oggi per il condiviso - è la mancanza di una cultura sulla paternità e sulla separazione sia nei magistrati, nei legali, nei servizi sociali che nella società nel suo insieme.

 

La cultura borghese e liberale è stata sempre propensa a delegare alla donna il compito di allevare ed educare i figli poiché all’uomo spettava quello degli affari e del lavoro in genere. Per costoro, il padre “quotidiano” e tantomeno il padre-mammo erano visti come ruoli impropri per l’uomo. Non rientrano nei loro parametri etico-sociali certe tesi odierne specificatamente: che la paternità non si esaurisce solo con il procurare il sostentamento e il benessere alla famiglia e ai figli; che nella famiglia nucleare la donna lavora e spesso rincorre anch’essa la carriera restando per gran parte della giorno fuori casa e ciò mal si comporta con il ruolo genitoriale a tempo pieno; che i padri da anni chiedono di poter fare i padri, soprattutto dopo la separazione coniugale, e, quando si permette loro di farlo, rivelano ottime qualità genitoriali. Vedere un padre passeggiare da solo con la carrozzina, fare spesa con a seguito i figli, giocare con loro ai giardinetti, curare la loro igiene e preparare loro i pasti non fa più notizia e non scandalizza più nessuno.

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Venerdì 27 Luglio 2012 17:49

Troppo spesso la “ovvietà” vuole prendere il posto della competenza scientifica e professionale. In molti si sentono autorizzati a formulare “loro” teorie - anche se talvolta ovvie ma poco scientifiche e soprattutto poco praticabili e pertanto non utili ai  minori e al genitore costretto ad essere meno presente nella vita dei propri figli – da imporre a tutti come il toccasana per risolvere i disagi provocati da una separazione conflittuale.

In tanti si improvvisano maestri

 

Con sempre maggior frequenza si sentono o si vedono scritti pareri tecnici o “scientifici” sull’affido dei figli e sulle separazioni espressi da persone che svolgono professioni in campi ben diversi da quelli della psicologia dell’età evolutiva, della psichiatria infantile, della pedagogia e della sociologia. Costoro propongono soluzioni che poi i fatti sistematicamente rendono impraticabili e talvolta si rivelano pure dannose.

Sfogliando le pagine della stampa e dei numerosi libri dedicati all’argomento, visitando i siti web si ha l’impressione che troppi “esperti” in realtà dovrebbero fare solo la professione per cui sono titolati o pagati in quanto certe discipline non possono essere improvvisate se non se ne conoscono la struttura scientifica e i loro principi di indagine, in particolare quelle inerenti la sfera psicologica ed educativa dei minori.

Molte persone ci contattano dicendo che il/la pediatra ha consigliato loro come comportarsi nell’educare i figli, indicando loro come farli relazionare con l’altro genitore, arrivando anche a dare consigli legali. Molti lo fanno per soddisfare una richiesta del genitore del minore e tanti genitori confondo il ruolo del pediatra con quello di altre specifiche figure professionali competenti per l’educazione e la crescita psico-culturale e sociale dei minori. Da questi professionisti si deve pretendere che svolgano con scrupolo la professione sanitaria per la quale sono retribuiti  e che si aggiornino su come curare i bambini e prevenire le malattie infantili, ma  non ci si deve aspettare o accettare valutazioni exra-professionali sui nostri figli.

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Venerdì 20 Luglio 2012 12:38

I figli possono fare a meno del padre

E’ allucinante la facilità con cui alcuni servizi sociali arrivano alla stesura di relazioni contenenti conclusioni inverosimili e dannose proprio per quei minori su cui sono chiamati ad intervenire per finalità istituzionale o a pronunciarsi su richiesta dei tribunali al fine di determinare l’affido dei minori stessi e il diritto di visita dei loro genitori separati.

Oggi anche il tribunale ordinario, chiamato a gestire le separazioni giudiziali, delega questa struttura pubblica a valutare i genitori e a proporre provvedimenti a tutela dei loro minori. Nei tribunali dei minori e nelle sezioni minorili delle corte d’appello, alcuni operatori sociali svolgono contemporaneamente, oltre alla professione,  anche l’incarico – retribuito a parte - di giudici onorari o di  Ctu, anche se, per svolgere queste delicate mansioni dovrebbe essere indispensabile conoscere scientificamente la psicologia generale e, in specifico,  quella dell’età evolutiva oltre alla psichiatria, avere personale esperienza professionale in questo settore e, non sarebbe male, essere anche genitori. Si eviterebbero tanti provvedimenti antieducativi e dannosi per l’equilibrio psico-fisico dei minori.

 

Siamo consapevoli che chiedere ciò vorrebbe dire

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Venerdì 20 Luglio 2012 12:33

Anche il giudice prende fischi per fiaschi!

Capita di leggere sentenze dei tribunali senza alcun senso per un palese scambio di persone. Accade ciò perché nelle sentenze, oltre al consueto copia ed incolla per “economizzare” il tempo, si arriva ad attribuire al genitore che fa ricorso figli che non ha, oppure si fa riferimento a situazioni processuali inesistenti, cioè si confondono i fascicoli o parte di essi.

La sentenza e il decreto, nei Tribunali per i minorenni, decidono su situazioni inesistenti o su argomenti oggetto delle controdeduzioni e non dell’istanza del genitore ricorrente.

Un socio dell’associazione si è visto attribuire più figli piccoli

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Giovedì 28 Giugno 2012 10:48

Il diritto di famiglia è ancora valido?

Analizzando certe sentenze non si può che asserirne la sua fine. La giustizia è una istituzione intoccabile i cui operatori beneficiano di innumerevoli privilegi, non rendono mai conto a nessuno del proprio operato, non pagano quando commettono errori delegando a risarcire le loro inadempienze e superficialità. Non parliamo, poi, di ciò  che la cronaca in tutti questi decenni è stata costretta a  riferire. Nelle separazioni e nei divorzi sorge spontanea una domanda: chi emette la sentenza ha letto attentamente i fascicoli delle parti?

 

Lettori di fascicoli cercasi


Vengono emesse sentenze di separazione e divorzi - o di modifica di queste - che ci lasciano allibiti. Il contraddittorio non c’è stato o non è servito a nulla e, nonostante le richieste documentate, i voluminosi fascicoli non sono stati aperti e si ha la netta sensazione che ogni processo è copia di altri e che ci sia una prassi che rispetta solo formalmente la procedura civile mentre il libero arbitrio resta fortemente condizionato da ideologie e mode culturali.

Restano incomprensibili certe valutazioni giustificative della sentenza – talvolta veramente inaccettabili perché basate esclusivamente su luoghi comuni e senza alcun riscontro scientifico – che sembrano dar ragione non ai fatti oggettivi, oggetto del contendere, ma ad un’etica familiare basata sulla sopraffazione di un coniuge sull’altro o di un genitore sull’altro senza minimante garantire ai minori i loro diritti e la loro inalienabile dignità di persona.

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